Cari lettori,
oggi apro una piccola parentesi sul blog per parlarvi, come promesso, dell'evento a cui ho partecipato al Festival della Letteratura di Mantova e che ha visto come protagonista Jennifer Niven: “La morte è una storia da raccontare.”
Jennifer Niven, per chi non la conoscesse, è l'autrice di due romanzi meravigliosi: “Raccontami di un giorno perfetto” e “L’universo nei tuoi occhi” i quali racchiudono un'importante morale.
Se il primo ci fa riflettere sul valore della vita, l'altro ci mostra una forma di discriminazione purtroppo molto diffusa soprattutto tra i giovani: il bullismo.
L'incontro a cui ho assistito ha fatto sì che l'autrice si concentrasse maggiormente su quello che è il primo romanzo sopra citato.
Non so se chi di voi ha letto “Raccontami di un giorno perfetto” ha mai fatto caso a ciò che Jennifer Niven ha scritto nelle ultime pagine, nella nota dell'autore.
Finch e Violet non sono personaggi fittizi, sono persone reali. L'autrice durante l'incontro ha ribadito e spiegato per chi non ne fosse al corrente che, durante gli anni del liceo, il ragazzo che amava e che per lei rappresentava anche la figura di miglior amico, si è realmente tolto la vita ed è stata lei a trovarlo. Jennifer quindi narra di Violet, raccontando di sé.
L'autrice ha ricordato quanto, a seguito dell'accaduto, fosse sconvolta e provata, soprattutto perché trattandosi di un caso di suicidio sembrava che nessuno volesse parlarne. Come se il suicidio fosse qualcosa di malvagio, qualcosa di impronunciabile, come se tutto ciò che c'era stato prima non meritasse di essere ricordato, non avesse alcun valore.
Qui l'autrice ha sottolineato uno dei concetti principali dell'incontro: l'importanza del dialogo.
La comunicazione è fondamentale, non solo dopo ma anche prima, quando si teme che possa succedere qualcosa ad una persona per noi importante. È indispensabile trovare qualcuno di cui ci si possa fidare ciecamente, qualcuno che non ci giudichi, che ci comprenda e che ci stia vicino, qualcuno che sia in grado di fornirci tutto il sostegno e l'appoggio di cui abbiamo bisogno.
Quindi parlate, parlate sempre. Non tenetevi tutto dentro perché a lungo andare è deleterio. Anche se siete spaventati o se non volete perché ricordare fa troppo male: rivivere è giusto, dimenticare è sbagliato. Provare dolore è giusto, fingere indifferenza è sbagliato. Provare a rialzarsi è giusto, chiudersi in sé stessi è sbagliato.
Chiunque sentisse il bisogno di sfogarsi può trovare sul sito ufficiale dell'autrice un servizio di consulenza (http://www.jenniferniven.com/contact/). È importante non avere paura e ricordarsi soprattutto che NON si è mai soli.
L'altro aspetto principale che Jennifer Niven ha ribadito durante la presentazione è che “Raccontami di un giorno perfetto” non deve essere etichettato come un “romanzo che parla di morte”. È vero, la morte ha un ruolo molto importante in quello che è poi il filo narrativo della storia, ma non deve essere il fattore trainante. Con questo libro l'autrice ha voluto mostrare ai suoi lettori come la morte sia, seppur dolorosa e straziante quando ci colpisce da vicino, una fase di quel ciclo complesso che è la vita e come tale talvolta va affrontata. Ma, nonostante ciò, la si supera e si va avanti. C'è sempre speranza.
Con il sorriso sulle labbra Jennifer Niven ha sottolineato che le piacerebbe scoprire che i suoi lettori, una volta terminato il romanzo di Finch e Violet, siano corsi ad abbracciare la loro madre, o a chiamare una persona che non sentivano da tempo e così via. Questo le darebbe conferma di aver centrato il suo più grande obiettivo.
Da quando ha perso le persone che amava di più non si è mai scoraggiata, anzi, ha cercato di vivere la sua vita appieno, la sua condizione di “sopravvissuta” in maniera costruttiva, in modo da non avere rimpianti, ma da poter collezionare sorrisi e soddisfazioni.
Tutto ciò senza mai dimenticare chi c'è stato ed ora non c'è più. Jennifer farà di tutto per onorare la memoria del ragazzo che ha perso e che amava, così come quella dei suoi genitori.
Infine volevo farvi presente anche quanto l'autrice abbia sottolineato l'importanza di essere onesta, con sé stessa e con i lettori, quando scrive. È troppo facile inserire molteplici fattori drammatici all'interno di un libro. Un'autrice\un autore è cosciente delle corde che andrà a toccare nel lettore in base a quello che poi sarà il romanzo finale. Lei ha sempre cercato di scrivere cose vere, in modo da instaurare una forte connessione e un forte legame con i suoi lettori e, che dire... in base al numero di persone che la stimano e la ammirano, io in primis, direi proprio che è riuscita nel suo intento.
Concludo citando proprio i romanzi dell'autrice, ricordandovi di splendere sempre, di non dimenticare mai la vostra unicità e ribadendo che non siete soli.
Un abbraccio,
Sara.
“Sei tutti i colori in uno, nel loro massimo splendore.” - Theodore Finch, “Raccontami di un giorno perfetto.”
“Tu non sei un mostro. Sei desiderato. Sei indispensabile. Sei unico e irripetibile. Non aver paura di uscire dal castello. Il mondo è un posto meraviglioso.” - “L'universo nei tuoi occhi.”
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