Cari lettori, oggi vi parlo di un romanzo appartenente ad un genere piuttosto inconsueto sul blog: un thriller, tutto italiano, firmato Giunti Editore. Il titolo in questione è “Nostalgia del sangue” di Dario Correnti, una storia corposa e molto intricata che travolge totalmente il lettore, pagina dopo pagina.
Il protagonista è Marco Besana, un giornalista di cronaca nera al culmine della sua carriera. La vicenda è ambientata in Lombardia, dove nell'ultimo periodo sono stati ritrovati dei corpi di donne brutalmente uccise.
Nel momento in cui partono le indagini, Besana è già in prima linea: non può assolutamente farsi scappare nessuna notizia.
Un ruolo cruciale durante la formulazione delle ipotesi in merito al colpevole di tali delitti lo avrà Ilaria Piatti, una giovane stagista che, contro ogni aspettativa e previsione, azzarderà l'idea che non si tratti di casi separati ma di un serial killer.
Il modus operandi degli omicidi è pressoché sempre lo stesso e, anche se non si riesce ancora a capire come e perchè il soggetto in questione scelga le sue vittime, sembra proprio che questa sia la strada corretta.
Gli interrogativi ed i dubbi ammontano ad un numero sempre maggiore, l'unica certezza fornita dal DNA ritrovato su un corpo è che l'assassino è un uomo.
“D'accordo... Allora... Penso che il Soggetto Ignoto sia un seriale” tutto d'un fiato.
[…] “E perché pensa che sia un seriale? Per come è conciato il corpo? Gli inquirenti ipotizzano la pista satanica, per ora.”
Besana e Piatti inizieranno quindi a fare ricerche insieme, e scopriranno così che l'attuale assassino opera in maniera affine a quella di un famosissimo serial killer italiano che nell'800 fece molte vittime, tutte donne: Vincenzo Verzeni, soprannominato “lo Strangolatore di donne” ed “il Vampiro della bergamasca” per il modo brutale in cui uccideva.
Capitolo dopo capitolo emergeranno informazioni sempre più utili, complesse e talvolta fuorvianti.
I due faranno molto affidamento anche sulle ricerche fatte in passato dal celebre criminologo Lombroso: ogni fonte verrà presa in considerazione senza lasciare nulla al caso.
“Per la difesa c'è Cesare Lombroso, che fa subito portare Verzeni nel laboratorio del manicomio per le misure antropometriche.” Piatti accende il fornello poi prende in mano il tablet per leggere gli appunti. “Comincia dal cranio. Lo fa rasare e nota subito la gobba frontale sinistra più sviluppata della destra e una cresta ossea che parte dal sopracciglio destro fino alla parte alta della fronte. Una particolarità riscontrata nei selvaggi, secondo lui.”
Sebbene io non sia una grande lettrice di thriller, non posso negare di essere rimasta realmente affascinata da “Nostalgia del sangue”.
Dario Correnti, pseudonimo che cela in realtà due autori, è stato veramente bravo a stupire, incuriosire e attirare completamente l'attenzione del lettore.
Questo romanzo, pur avendo una mole ingente di pagine, è scritto in maniera fluida e dinamica, con capitoli brevi ed intriganti che rendono la lettura molto scorrevole.
La vicenda mantiene un ritmo piuttosto concitato: alcuni tratti sono più incalzanti, altri leggermente più lenti ma non meno importanti.
Besana è una figura davvero competente, che ama e vive per il suo lavoro. Questo aspetto, purtroppo, ha fatto sì che la sua sfera sentimentale, e familiare in particolare, ne risentisse.
Personalmente ho apprezzato come viene presentato e come poi muti radicalmente il rapporto col figlio e con l'ex moglie, l'evoluzione è evidente ed ha un risvolto nettamente positivo.
Besana è intelligente, acuto e molto spesso un passo avanti rispetto a tutti gli altri suoi colleghi.
È instancabile: amante del cibo e degli alcolici, non riesce ad immaginare la sua vita senza il lavoro.
É un uomo dai modi talvolta un po' rozzi e dal linguaggio colorito, ma che in realtà nasconde un cuore d'oro e molta premura.
Quest'ultimo aspetto del suo carattere emergerà soprattutto con Ilaria Piatti, la giovane stagista di ventisei anni da tutti derisa per il suo modo strano di vestire e per il suo essere poco femminile.
Nonostante la sua carriera sia in declino già alla partenza, Ilaria non vacilla, anzi, si impegna ancora di più per emergere. Ci saranno alti e bassi, più volte sarà sul punto di crollare e fare marcia indietro, talvolta si domanderà se la strada che ha intrapreso sia davvero quella giusta, ma non rinuncerà mai in definitiva.
La collaborazione con Besana la aiuterà a crescere ed a maturare non solo come giornalista di cronaca nera, ma anche come persona. Vista la notevole differenza d'età possiamo dire che quest'ultimo per certi versi interpreterà un po' il ruolo di padre per la ragazza, che da giovane si è trovata costretta a vivere esperienze traumatiche che l'hanno segnata nel profondo.
Non è vero che la sua storia non è una condanna. E questo pensiero la stanca moltissimo. Ma è vero che ogni condanna può essere trasformata in una forza. In ogni caso, le conviene crederci.
“Nostalgia del sangue” è stata una vera sorpresa. Sono rimasta in bilico su un filo invisibile dall'inizio alla fine del romanzo, e l'autore è stato impeccabile nel mantenere il mistero del serial killer fino all'ultima pagina. Ogni possibile ipotesi da parte del lettore verrà smentita, ogni idea formulata risulterà errata: indovinare chi si cela dietro a tutti questi spietati omicidi è pressoché impossibile.
Ho sinceramente apprezzato che l'autore non sia caduto in banalità, clichè o finali scontati. La vicenda è pregna di suspance, pathos e tensione. Mi sono immedesimata nella storia, ho indagato insieme ai protagonisti, ho vissuto l'angoscia di Besana nel dover osservare i cadaveri profanati e il terrore della Piatti nel temere di poter essere una possibile prossima vittima.
Ilaria non conosceva la paura. Il cuore sembra diventato matto, calcia e martella per ogni ombra, per ogni rumore. Deve barricarsi dentro, ma ci sono due porte e lei può chiuderne una sola, quella che dà sull'esterno. L'altra dà sul corridoio di servizio: non si apre e non si chiude, non c'è nessun catenaccio, nessuna chiave interna. Chiunque può spalancarla usando un passepartout.
In definitiva mi sento di consigliare a tutti gli amanti del genere questo splendido romanzo, sono certa che non vi annoierete, che rimarrete col fiato sospeso fino all'ultimo e che vi emozionerete di fronte allo smascheramento del colpevole!
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