Cari lettori, oggi vi parlo del romanzo di Silvia Ciompi “Tutto il buio dei miei giorni”, nato ed amato ancor prima della sua pubblicazione cartacea – avvenuta grazie alla Sperling & Kupfer – da numerosissimi follower sulla famosa piattaforma online Wattpad.
I protagonisti della vicenda sono Camille e Teschio, due giovani apparentemente agli antipodi ma che condividono una grande passione: quella per il calcio ed in particolar modo per il tifo in curva allo stadio.
Per entrambi la curva rappresenta la loro seconda famiglia, il loro porto sicuro, quello in cui sai di per certo che, a prescindere da tutto, stai e starai sempre bene.
Camille ha vent'anni, due occhi curiosi, i capelli costantemente spettinati ed un sorriso che non le abbandona mai il viso. Ha l'aria innocente da ragazzina, è spensierata e solare.
Teschio invece è più vicino ai trenta, i capelli rasati celati dal cappuccio della felpa perennemente alzato, gli occhi di un azzurro glaciale e una quantità spropositata di inchiostro sulla pelle. Ha l'aria del cattivo ragazzo e proprio per questo un padre, molto probabilmente, non lo raccomanderebbe mai alla propria figlia.
I due si incrociano allo stadio ad ogni partita, ma si non scambiano mai nemmeno una parola.
Entrambi sanno i nomi l'uno dell'altro, ma la loro conoscenza non ha mai oltrepassato questa linea.
Teschio, però, guarda sempre Camille.
Per lui la protagonista è un chiodo fisso.
Resistere alla tentazione di avvicinarsi è difficile: lei è pura e lui è corruzione ma, nonostante ciò che prova, si autoconvince di starle il più lontano possibile.
GLI si era ficcata dentro. Da qualche parte tra lo stomaco e le costole, lui l’aveva guardata e lei si era ficcata lì senza chiedere il permesso. E ci sarebbe rimasta con prepotenza, a riempirgli gli occhi, a mangiargli il sonno e masticargli il respiro, incastrata nella saliva della sua bocca.
Non se ne sarebbe andata mai.
E lui non lo sapeva mentre la guardava da lontano.
Non lo sapeva, ma se la sentiva sotto la pelle, dentro le ossa.
Tutto cambia quando un giorno, proprio fuori dallo stadio, prima di una partita, Camille viene investita da un’auto.
La protagonista ha attraversato la strada senza guardare, si è buttata nel vuoto non badando al rischio a cui poteva andare incontro. È sbucata da dietro un muro che ostruiva totalmente la visuale e il conducente non è riuscito a frenare in tempo. Su quell'auto c'era un gruppo di ultras che stava tornando di corsa allo stadio con il materiale per i cori e per le coreografie della giornata.
Su quell'auto c'era Teschio.
Da quel momento in poi la vita di Camille cambierà drasticamente, e quella del protagonista con lei.
Nulla sarà più lo stesso. La ragazza dovrà fare i conti con ciò che significa essere una sopravvissuta, con tutti i suoi pro, ma allo stesso tempo con i suoi mille contro.
Ci saranno svariati momenti di depressione e di apatia causati da mille limitazioni e numerosissimi vincoli. Ci sarà la voglia di piangere, di urlare e di non far avvicinare nessuno. Ci sarà la nostalgia, il rimorso, la voglia di mollare tutto e non provare nemmeno a combattere.
Mi affloscio sul pavimento, come lo stelo di un fiore che appassisce, quando un ago entra nel mio braccio stretto nella morsa del medico.
Il dolore si è mangiato tutto ciò che ero.
È l’assordante consapevolezza che mi invade mentre perdo conoscenza, scivolando in un fumo nero nero e denso che mi avvolge e mi scalda tutta.
La Camille di una volta non esiste più. I frammenti della sua vita passata appartengono ormai all'asfalto fuori dallo stadio. Sono rimasti sotto le ruote della macchina che ha messo a soqquadro tutto quello in cui credeva.
Il protagonista, in questa situazione, giocherà un ruolo fondamentale: lotterà con tutte le sue forze affinché Camille trovi una nuova luce, una nuova sé, qualcosa per cui valga la pena reagire e continuare a vivere.
Sono settimane che la guardo spegnersi e morire dentro, precipitare. Non sarei dovuto salire su questo ascensore dopo aver visto chi c’era dentro, sarei dovuto scappare via, ma ormai mi ci sono infilato, tanto vale provare a fare qualcosa. Qualsiasi cosa per farla smuovere. Mi va bene se s’incazza, se mi odia, se mi prende a pugni.
Non le devo stare simpatico, mi deve detestare.
Basta che ti scuoti, basta che fai qualcosa e la smetti di continuare a respirare soltanto e a farti scorrere la vita addosso come se nemmeno ti toccasse più.
Teschio è un personaggio davvero complesso. È come il mare in tempesta, come un lago in una giornata grigia d'inverno: torbido.
Il suo passato è costellato da momenti difficili e da azioni che vorrebbe cancellare, ma che invece può soltanto imparare ad accettare. È un ragazzo che, nonostante la giovane età, ne ha passate tante e più volte si è trovato a dover fare i conti con il peso schiacciante dei rimorsi.
Questo suo vivere in maniera altalenante l’ha reso indipendente e forte su alcuni aspetti ma allo stesso tempo fragile e tremendamente insicuro su altri.
Camille e Teschio saranno un po' l'uno l'àncora di salvezza dell'altro. Bruceranno insieme, soffriranno insieme, rideranno insieme e lotteranno insieme. Il loro rapporto sarà pari al gioco del tiro alla fune: talvolta vincerà lei, talvolta lui. L'unica certezza è che entrambi saranno legati da un filo indissolubile e che né l'una né l’altro vorranno mai arrendersi veramente.
Ho ammirato la determinazione di Camille, la quale, nonostante lo sconforto iniziale, darà del filo da torcere a Teschio su più fronti.
Ho apprezzato anche la schiettezza della realtà dei fatti, la costanza e la sensibilità dei personaggi, i loro pregi e i loro mille difetti, che hanno contribuito a renderli molto più “umani” e molto più “veri”.
Lo stile è fluido, scorrevole, ed ho sinceramente apprezzato sia la prima persona, che l'espediente dei POV alternati. L'autrice è stata davvero brava ad inserire sia frasi dal tono più informale e colloquiale, che frasi a tratti poetiche. Queste due forme, seppur apparentemente contrastanti, trovano all'interno del romanzo una perfetta e piacevole armonia.
“Tutto il buio dei miei giorni” è una storia di cadute, di paura, di perdita, ma è allo stesso tempo una storia che parla di vita, di luce, di voglia di mettersi in gioco e di non mollare.
È una storia che ci dimostra quanto spesso odio e amore siano due facce della stessa medaglia.
È una storia che mette in evidenza quanto talvolta perdonare sia difficile.
È una storia che ammette, con grande soddisfazione, quanto l'amore vero trionfi su tutto, a prescindere da quello che pensano gli altri, dai demoni del passato, dalle difficoltà e dalle incongruenze. Quando un sentimento è così vero da essere totalizzante, l'unica cosa che si può fare è farsi travolgere appieno, senza riserve.
Dicono che sono quasi guarita.
Fuori.
Perché dentro sono vuota di tutto, piena di odio.
Dentro sono terra devastata dove non può crescere più niente.
Mi hai lasciata sola e io ti odio.
Vuoi sapere qual è la cosa peggiore?
Mi hai lasciata sola e io ti amo più di prima.
Ho voluto leggere questa tua recensione, incuriosita: ho scoperto non solo che il libro ti sia piaciuto, ma soprattutto ho apprezzato il tuo modo di "tirare le somme" nel tuo pensiero riguardante il libro. Hai scelto le giuste citazioni ed hai riassunto in alcune righe tutti i sentimenti più importanti contenuti nel libro in modo efficace. :-)
Libro bellissimo e poetico secondo me... parole emozionanti che lasciano una traccia nella tua mente! Lo stile di scrittura è particolare, ti colpisce... e poi i protagonisti... rotti, spezzati, e infine di nuovo integri insieme! Camille e Teschio mi hanno conquistato e mi hanno fatto capire che l'amore è più forte di tutto e perdona tutto. E quando un libro insegna qualcosa è bellissimo!
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