Buon pomeriggio lettori, oggi vi parlo di un romanzo molto misterioso: “Una casa a Parigi” di S. L. Grey, firmato De Agostini.
Mark, Steph e Hayden, rispettivamente padre, madre e figlia, a primo impatto possono sembrare una tranquilla e amorevole famigliola di Cape Town, ma se c’è qualcosa che i libri ci hanno insegnato è che l’apparenza spesso inganna.
La famiglia, infatti, tempo addietro ha vissuto un'esperienza traumatica, di quelle che lasciano il segno e una sottile ma costante sensazione di paura addosso.
Tre rapinatori si sono introdotti in casa loro e, oltre a portar via i beni materiali, hanno spezzato ulteriormente il legame già precario che teneva unito il nucleo familiare.
Sebbene Steph sia quella rimasta maggiormente traumatizzata, è Mark il personaggio che più si colpevolizza perché durante la rapina non ha avuto la forza di muoversi, di parlare e di proteggere sua moglie.
Il passato di Mark è stato davvero difficile e gli ha inferto cicatrici profonde.
Anni prima, infatti, era sposato con Odette e aveva una figlia che amava alla follia, Zoe.
L'idillio familiare però ha iniziato a sgretolarsi quando Odette si è ammalata, ed il peso della situazione è gravato tutto su di lui.
Dopo un lungo periodo di stress, capricci e preoccupazioni, Mark si è concesso una pausa.
Una pausa che gli ha portato via tutto.
Da allora il protagonista vive nel passato, vinto dai rimorsi e dal senso di colpa.
Steph, per cercare di alleggerire un po' la situazione, decide che è giunto il momento di cambiare aria. Poiché al momento non dispongono di soldi extra con cui poter viaggiare, accettano di buon grado l'aiuto di Carla, un’amica di Mark, che fa conoscere loro un sito in cui le coppie o le famiglie di scambiano casa per una settimana.
Steph si mette subito all’opera, emozionata all'idea di concretizzare il suo sogno di andare a Parigi.
“Immaginai di passeggiare per gli Champs-Elysèes accanto a Mark che portava in braccio Hayden addormentata, mentre eleganti coppie francesi sorridevano benevole al nostro passaggio. Ci saremmo fermati in qualche delizioso locare per una pausa con caffè e croissant, avremmo cenato con zuppa di cipolle e crepes in un pittoresco bistrot, e così via, un cliché dopo l’altro.”
Ecco però che, quello che era destinato a diventare un sogno ad occhi aperti, ben presto si tramuta in un incubo.
Mark, in quanto uomo tremendamente razionale, non approva l'idea della vacanza. Tutto ciò a cui riesce a pensare sono i problemi economici e le spese che non si sarebbero potuti permettere. Alla fine, persuaso da Carla e Steph, accetta, ma ad un'unica condizione: quella di partire senza la figlia Hayden che, fino al giorno del loro rientro, starà dai nonni.
Nonostante Steph sia inizialmente titubante e preoccupata, decide comunque di accettare la richiesta di Mark e, dopo le lunghissime ore di volo, ecco che finalmente si ritrovano a Parigi, una città storica e romantica che ogni coppia dovrebbe visitare.
Grazie alle informazioni dei proprietari della casa, i coniugi Petit, i protagonisti riescono a trovare senza alcun intoppo l’appartamento.
“Vorrei poter dire che mi accorsi subito che in quella casa c’era qualcosa di strano, ma in realtà, provai solo una profonda delusione.”
L'abitazione, però, è completamente immersa nel buio, le imposte sono chiuse e la puzza di muffa e putrefazione copre qualsiasi altro odore. Steph e Mark non possono fare a meno di notare che la casa sembra disabitata da anni.
L’intero palazzo presenta anomalie, a partire dal fatto che la corrente è staccata.
Sempre più confusi e convinti che oltre a loro non ci sia nessun altro, ecco che i protagonisti sentono finalmente dei rumori provenire dal piano di sopra.
Ben presto scoprono quindi di avere una vicina: una signora anziana dall'aria stralunata che in più di un’occasione li esorta ad andare via.
Decisi a non dar peso degli avvertimenti della signora, Mark e Steph iniziano ad ambientarsi.
“Qui non vive nessuno, solo io.”
I protagonisti, dopo essersi sentiti dire che nel palazzo non abita nessun altro eccetto la vecchia signora, non possono fare altro che confermare ulteriormente l'ipotesi che quella donna, Marielle, non abbia tutte le rotelle a posto.
Decisi a non voler sprecare i giorni a Parigi, accantonano ogni preoccupazione e si godono la loro vacanza.
I misteri, però, non tardano ad arrivare.
Tra urla, pianti ed eventi inquietanti, la coppia non vede l’ora che passino i sette giorni per poter ritornare a casa. Come sempre, colui che subirà e soffrirà maggiormente la situazione sarà Mark.
Col passare dei giorni, infatti, inizierà ad avere allucinazioni e visioni. Sarà tormentato da ricordi e fantasmi del passato e non riuscirà più distinguere la realtà dalla fantasia.
A peggiorare la situazione ci penserà inoltre Marielle, che farà disperare ulteriormente la coppia.
Quando finalmente rientrano a Cape Town, Steph riprende in mano la sua vita soprattutto per il bene della figlia, ma Mark è sempre più stanco e depresso. Cosa ne sarà di loro? Cosa è successo in quella casa?
“Adesso mi è chiaro. Non posso tenerla lontana. I fantasmi in questa casa siamo noi: Steph, Hayden, io. Zoe la rivuole indietro. So cosa vuole le faccia.”
“Una casa a Parigi” è lettura appassionante e coinvolgente. Un thriller psicologico che non svela le sue carte fino alla fine del racconto e che, anche allora, lascia il lettore con qualche dubbio. Il finale, infatti, non è per nulla scontato ed è letteralmente la ciliegina sulla torta.
Ho apprezzato i POV alternati, ma ammetto di averli trovati talvolta un po' disconnessi tra loro.
Nel complesso la storia è avvincente, misteriosa ed è scritta con uno stile fresco e fluido. Un altro aspetto che mi ha appassionata molto è stata l’originalità di fondo. Quando si parla di thriller la mente vola verso rapimenti, assassini, omicidi... invece, in questo caso, l'elemento chiave è la casa. E tutto ruota intorno ad essa.
Vi consiglio di leggere questo romanzo perchè sono certa che non ve ne pentirete, e se avete voglia lasciate nei commenti la vostra opinione, sono curiosa di confrontarmi con voi!
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