Cari lettori, oggi vi parlo di un romanzo che mi ha fatta stare sveglia la notte, battere il cuore, tremare le gambe e venire le lacrime agli occhi. Un romanzo che merita di essere letto non solo per quello che ti trasmette, ma anche per come e per l'intensità con cui lo trasmette.
Ecco a voi “Tutta la vita che vuoi” di Enrico Galiano, un capolavoro edito Garzanti.
I protagonisti della vicenda sono principalmente tre e nei capitoli iniziali abbiamo modo di conoscerli separatamente, prima che le loro storie si mescolino e prima che il destino di ciascuno di loro si leghi indissolubilmente a quello degli altri.
Abbiamo Giorgio, un adolescente che troppo presto ha dovuto fare i conti con l'altra faccia della vita: la morte. Giorgio che sa che dovrebbe piangere: la perdita di un fratello è qualcosa di devastate, che ti sconquassa l'anima, che ti strappa via il cuore dal petto, che ti fa sentire solo al mondo e svuotato nel profondo... eppure Giorgio, circondato dai volti cupi di sua madre e degli altri parenti, non riesce più a trattenere il sorriso che ha preso forma sul suo viso. Giorgio vuole ridere a crepapelle, fino ad avere le lacrime agli occhi, fino a dimenticarsi del resto del mondo e di questa pagliacciata di funerale. E così fa, ride. Ride per Luca, per il fratello che gli è sempre stato accanto e che ora non c'è più, ride perchè se lo immagina ad osservarli dall'alto con un ghigno sulle labbra.
Ride perchè, a discapito di ciò che tutti pensano in quel momento, a Giorgio di Luca importa, forse anche troppo.
Più il dolore ti scende dentro, meno si vede la ferita. Come certi fiumi che scorrono sottoterra, il dolore, quando è vero, è acqua che scivola via senza far rumore, forza che erode e che laggiù cambia forma alle cose ma, da fuori, sono solo sassi e silenzio, rumore di passi sulla ghiaia, odore di secco.
Poi c'è Filippo Maria, il miglior amico di Giorgio, che nella vita ha sempre incassato, senza provare a ribellarsi. Questo protagonista ha costantemente vissuto in maniera passiva, subendo, immagazzinando, pensando e desiderando ma mai agendo.
All'inizio del romanzo, però, si sente coraggioso e sa che quella che sta vivendo sarà una giornata diversa. Lo sente nell'aria. Basta un accenno di convinzione in più, uno sguardo incrociato, una serie di tasselli che si allineano ed ecco che, per la prima volta, emerge dal limbo in cui ha sempre stazionato e si mostra per quello che è davvero: un ragazzo coraggioso. Uno di quelli con le palle.
Filippo Maria sente che oggi tutto cambierà e la metamorfosi è cominciata proprio nel momento in cui lui ha finalmente deciso di ribellarsi.
Oggi quella lotta potrebbe non essere impari. Non sa in che modo, ma sente che potrebbe succedere. Forse perché sono anni che, anche quando sa che dovrebbe arrabbiarsi, ribellarsi, alzarsi in piedi e dire qualcosa, sta sempre zitto.
Anni che viene bistrattato da cani e porci.
Anni che le prende da tutti. Senza mai dire una parola. Oggi potrebbe essere la famosa ultima goccia prima che il vaso trabocchi.
Infine abbiamo Clo, Claudia Bolla. Una ragazza che odia profondamente il suo nome di battesimo. Un’adolescente che, dopo aver perso i genitori, per un motivo o per l'altro, si è ritrovata in comunità.
Clo è una diciassettenne sfiduciata in parte verso la vita, in parte verso le persone. È una diciassettenne che, sin da quando era piccola, è stata etichettata come “La Ladra” per la sua propensione a rubare oggetti, senza però che nessuno indagasse mai un pochino più a fondo sulla vera natura del suo gesto. È una diciassettenne che vive perennemente sotto la pioggia e che per mettersi al riparo e concedersi una tregua conosce solo due modi: compiere dei furti o scrivere dei biglietti in cui immortala i momenti per cui è grata alla vita.
Clo è un ossimoro perché è panna e petrolio. È un ossimoro perché è un sole scuro. Un casino assordante dietro uno sguardo muto. È un ossimoro perché non sa niente di quello che vuole eppure lo sa molto bene. È un ossimoro perché il suo sorriso è sempre umido di lacrime invisibili, come ogni sua lacrima è colma di luce.
Ed ecco che, per una coincidenza, il destino di Giorgio e Filippo Maria, accidentalmente si incrocia e si lega con quello di Clo.
Ed è proprio da qui che il romanzo ingrana e parte l'avventura.
I tre protagonisti insieme faranno follie, vivranno appieno una giornata che sembrerà durare una vita, metteranno alla prova sé stessi, si affideranno l'uno nelle mani dell'altro, cercheranno di sconfiggere le proprie paure e di andare oltre i propri limiti. Talvolta, forse, infrangendo anche la legge.
Giorgio e Filippo Maria sono sempre stati due ragazzi nella norma, ordinari, un pochino emarginati e di tanto in tanto presi di mira: il primo per la sua balbuzie e per non essersi mai fatto vedere con una ragazza, il secondo per colpa dei disturbi specifici dell’apprendimento che spesso gli impediscono di esprimersi al meglio.
Insieme si sono fatti forza ed oggi non esiste uno senza l'altro. Sono come due mattoni in bilico su estremità opposte di una trave: se ne togli una parte, la struttura crolla completamente.
Con l'arrivo di Clo, però, tutte le carte si rimescolano. La ragazza è una ventata d'aria fresca nella vita dei due ragazzi, è follia, è rischio, è temerarietà, è un salto nel vuoto. È un po' come dare ai mattoni e alla loro trave una riverniciata, senza però dimenticarsi di aggiungere anche le lucine colorate e le decorazioni natalizie.
È stata una specie di tempesta di vento che ti rompe i vetri e ti frantuma le finestre e ti butta tutti i mobili per aria, ti spacca le cose, ti fa cadere i quadri dalle pareti, ti sposta tutto quello che hai dentro la tua stanza, e poi quando la tempesta finisce tu entri e scopri che le cose, messe come sono adesso, spostate dal vento, sono dove avrebbero sempre dovuto essere.
Anche quelle rotte, anche quelle distrutte, sono come avrebbero sempre dovuto essere.
Nonostante gli alti e bassi, la fiducia che talvolta vacilla, i tradimenti e i segreti, Giorgio e Filippo Maria non possono fare a meno di notare che, è grazie alla presenza di Clo che ora sono davvero completi. È come se prima del suo arrivo mancasse loro qualcosa, qualcosa di cui però persino loro stessi ignoravano l'esistenza.
I tre ragazzi insieme sono “il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, sono il cielo che si tinge di rosa, prossimo al tramonto; sono il temporale estivo che ti coglie alla sprovvista, che ti inzuppa, ma che allo stesso tempo ti fa ridere come un matto; sono lo sbocciare di un fiore; il cielo pieno di stelle o la mano che si stringe alla tua, facendoti sentire finalmente giusto e in pace con te stesso.
“Tutta la vita che vuoi” è un viaggio con e attraverso i personaggi. È una storia che guida alla scoperta di sé, della propria identità, del proprio posto nel mondo, dei propri desideri repressi.
È sorrisi, lacrime, riflessioni, paure, grandi sofferenze ma anche incredibili conquiste.
Ammetto che per me scrivere questa recensione non è stato affatto facile, visti tutti i sentimenti e le emozioni che la storia mi ha lasciato addosso, sulla pelle e tra le crepe del cuore.
Ci sarebbe così tanto da dire... mi sembra di aver parlato di tutto e al contempo di non aver detto nulla. Per il momento, ad ogni modo, mi limiterò ad esprimere ancora una volta il mio entusiasmo e ad invitarvi a non perdervi questo romanzo al quale, potessi, darei sette, quindici, venti stelle.
Con l'augurio che possa trasmettervi ciò che ha trasmesso a me: buona lettura!
Ciao Sara ho appena finito di leggere la tua recensione e da quello che ho capito deve essere un libro esplosivo...un bel cocktail di emozioni. Lo consiglieresti ad una persona che come me attraversa un momento particolare relativamente alla lettura? Nel senso che ho passato un momento particolare e per cercare di distrarmi ho iniziato a leggere un libro poi un altro e infine un terzo, ma senza concluderne neanche uno dei tre... secondo te potrebbe essere il libro in grado di sbloccarmi?
Ciao Lisa! ❤ Dipende da cosa stai cercando in questo momento. Essendo una fase così "particolare", te la senti di buttarti in un libro leggermente più complesso o preferisci invece forse dedicarti a qualcosa di più leggero? Io questo romanzo te lo consiglio a priori perchè l'ho trovato davvero incantevole! Non manca di nulla e personalmente mi ha fatto provare davvero un mix di emozioni fortissime che non dimenticherò!
Ciao Sara e grazie della risposta. Ho voglia di un libro che mi prenda per mano, diciamo cosi :-) Direi che questo potrebbe esserlo.
Quando un libro ti piace a tal punto da non trovare le parole esatte per descriverlo, lasciandoti con la sensazione di aver detto "troppo poco" per descrivere l'enormità di emozioni provate nel leggerlo... vuol dire che ha proprio colpito nel segno! Come in questo caso... *o* ♥
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