L'incantesimo della spada di Amy Harmon - Recensione

Cari lettori, oggi vi parlo della mia ultima lettura: "L'incantesimo della spada" di Amy Harmon, un fantasy edito Newton Compton Editori.

Lark, la protagonista, è una piccola allodola dagli occhi grigi e dall'aspetto minuto e gracile, che è nata con un dono: quello di dar vita alle cose attraverso le proprie parole.
Quest'ultime, nella loro semplicità, possono animare gli oggetti e far fare loro ciò che Lark dice. Purtroppo però, a causa di questo stesso meraviglioso dono, sua madre, l'unica persona che può realmente capirla, l'abbandona prima del tempo morendo per mano del re Zoltev.
Nel regno in cui vive la giovane, infatti, vige una cruda legge: ogni persona che possiede uno dei quattro doni tra cui mutare, guarire, tessere e prevedere il futuro, deve morire.
Prima di passare a miglior vita, dunque, la madre emana una profezia su Lark facendola diventare muta, privandola del proprio dono e legando la sua vita e la sua sorte a quella del padre come vincolo di protezione.

"Ingoiale figlia mia. Trattienile, le parole adagiate sulle tue labbra. Chiudile a chiave in fondo alla tua anima, nascondile finché avranno il tempo di sbocciare. Sigilla la tua bocca e il tuo potere, non maledire e non curare, finché giungerà l'ora. Non parlare e non raccontare, il paradiso o l'inferno non invocare. Imparerai e prospererai. Silenzio, figlia mia. Silenzio e in vita resterai."

Il timore presente nel cuore del padre si trasformerà ben presto in un odio così profondo da costringere la figlia a trascorrere una vita di prigionia perenne.
Lark, però, non si abbatte e sfrutta gli anni in cui non può parlare cercando di apprendere la saggezza, la pazienza e l'attenzione.
La giovane tenta in tutti i modi di contrastare il suo silenzio circondandosi di voci, perché anche se lei non è più in grado di emettere alcun suono, riesce comunque a sentire le parole provenienti da tutto ciò che è intorno a lei.
Lark, inoltre, può contare sull'aiuto di Boojohni, un troll con cui ha creato un forte legame, somigliante più ad una scimmia che ad un uomo, con una folta barba, un naso schiacciato e lunghi capelli che raggiungono l'altezza delle spalle.

Il fato, però, sembra avere altri piani per la protagonista e quando il re Zoltev muore, lasciando le redini del regno al figlio Tiras, le cose cambiano.
A differenza del padre, il giovane aspira ad essere un sovrano migliore: buono, clemente e giusto, che intende imparare dai propri errori e da quelli commessi dal padre. Ed è per questo motivo che, nel momento in cui incontra Lark, decide di iniziare a mettere in atto i suoi buoni propositi prendendola sotto la propria ala.

Due vite così diverse ma allo stesso tempo simili verranno dunque legate da un filo invisibile e indissolubile con il solo destino di non perdersi mai.
In un mondo dove le parole hanno potere e in cui il potere stesso viene temuto e condannato, Lark si ritroverà quindi invischiata in un mix di terribili trappole, segreti indicibili, forti incantesimi e malvagità. A coronare il tutto non mancherà un amore sorprendente che stravolgerà completamente la sua vita, aiutandola inoltre a riportare alla luce la verità sulla profezia di cui lei ed altri sono vittime prima che possa avverarsi.

Non è il primo romanzo che leggo di questa autrice, per cui non posso fare altro che riconfermare la mia tesi riguardo allo splendido stile di scrittura.
Un meraviglioso fantasy che ti cattura sin dalle prime pagine grazie alla sua dinamicità e alla sua originalità. Una storia intrisa di parole magiche e amore che vengono illustrate al lettore esclusivamente dal punto di vista della protagonista.
Lark è una ragazza testarda, introversa e che fin da piccola ha vissuto rinchiusa in una gabbia con un unico desiderio: quello di spiccare il volo. Al contempo, però, teme ciò che potrebbe succedere a causa del suo potere, se non riuscisse a controllarlo.

"Non posso pronunciare le parole. Non posso riprodurre suoni. Nutro pensieri e sentimenti. Custodisco immagini e colori. Sono tutti racchiusi dentro di me, perché non sono capace di formare le parole."

Come con il personaggio principale femminile, sono riuscito ad affezionarmi facilmente anche a quello maschile.
Tiras viene descritto come un affascinante re che trasuda forza e grandezza, dagli occhi scuri in netto contrasto con i capelli bianchi, dall'aspetto brusco ma al contempo tenero, arrogante eppure premuroso allo stesso tempo. Un ragazzo affaticato dalle responsabilità che gravano sulle sue spalle come grossi macigni che cercheranno costantemente di farlo cadere, ma dai quali riuscirà ogni volta a rialzarsi, dimostrando di saper affrontare qualsiasi avversità con audacia.
Vi innamorerete di lui in un battito di ciglia!

Per concludere, consiglio dunque agli amanti del genere fantasy di buttarsi a capofitto su questa imperdibile lettura, sono certo che non ve ne pentirete!