Cari lettori, oggi vi parlo del romanzo “Bad Man” di Dathan Auerbach, un thriller edito Sperling & Kupfer con dell'ottimo potenziale, che però non mi ha convinta del tutto... vediamo come mai!
Il protagonista della vicenda è Ben, un ragazzo che, all'inizio della storia, si trova con il fratellino di appena tre anni, Eric, nel supermercato della città.
Questo luogo, purtroppo, segnerà l'inizio della fine: ad un soffio da Ben, infatti, nei bagni del negozio, silenziosamente e misteriosamente, Eric scomparirà per sempre, senza lasciare alcuna traccia.
Un gioco. È solo un gioco, provò a convincersi. Eric adora giocare, quindi perchè non dovrebbe farlo anche qui? Perché in questo posto no? “Ti troverò!” provò a gridare, ma dalle sue labbra uscì soltanto un piagnucolio.
Altre scaffalature deserte. Altri sconosciuti che lo fissavano.
Ben si mise le mani a coppa intorno alla bocca e gridò con tutto il fiato che aveva. “Tana tana libera tutti!”
Niente.
Il lettore si trova successivamente catapultato a cinque anni dopo: Ben è cresciuto, ha finito il liceo ed è in procinto di trovarsi un lavoro per poter aiutare economicamente la famiglia.
Di Eric non si è più saputo nulla e, nonostante le innumerevoli ricerche, il piccolo sembra essere svanito per sempre.
Non per questo, però, Ben si concede una tregua. Con il cuore in subbuglio e l'anima in tormento, il ragazzo continua in maniera indipendente le indagini.
I suoi genitori, da quel terribile giorno, non sono più gli stessi: la matrigna, in particolar modo, è un automa. Si muove giusto per compiere dei gesti essenziali, non sorride più e non esce di casa se non una volta all'anno. Il padre, a sua volta, lavora sodo per provvedere al loro sostentamento, mentre Ben continua ad incolparsi per ciò che è successo.
Per uno strano caso del destino, l'unico luogo in cui il giovane trova lavoro è proprio il supermercato in cui Eric, anni prima, è scomparso. Bill Palmer, il proprietario del negozio, pare non averlo riconosciuto, per cui, senza alcun sospetto, lo assume come magazziniere.
I turni di notte sono tranquilli e silenziosi, il suo incarico non particolarmente spiacevole e la paga discreta; la compagnia dei colleghi Marty e Frank, inoltre, allieta i suoi turni, eppure qualcosa continua a non tornare.
Ogni qual volta il protagonista mette piede nel supermercato, una strana sensazione si insinua sottopelle, rimescolandogli le viscere, facendolo scattare ad ogni singolo flebile rumore.
Ben allungò una mano verso gli alberi e poi, lentamente, la ritrasse.
Non si muoveva nulla.
Ma niente sembrava davvero immobile.
Ben decide comunque di sfruttare questa opportunità per approfondire le ricerche sulla scomparsa di Eric... Tutti si sono arresi, hanno chiuso gli occhi e gettato la spugna, ma lui no.
Ecco che quindi stampa altri volantini, bussa di porta in porta, domanda senza essere invadente e fruga nei cassetti dell'ufficio di Palmer nella speranza di trovare una testimonianza, qualche videocassetta, delle registrazioni.
A seguito di ciò simboli, fogli con volti sfigurati, incidenti surreali e scritte inquietanti faranno capolino nella vita del protagonista. Anche chi sembra voler essere d'aiuto, non può far a meno di apparire sospetto, come se in realtà stesse nascondendo qualcosa.
Chi sta dicendo la verità? Di chi ci si può fidare? Cosa è successo davvero al piccolo Eric cinque anni prima?
Quando ho letto la trama di Ban Man ne sono rimasta affascinata: la storia sembrava possedere tutte le componenti per essere sorprendente.
Purtroppo però, sin dalle prime pagine, non ho potuto fare a meno di notare come l'andamento del filo narrativo fosse lento e fiacco nell'ingranare. Più volte, inoltre, l'autore si è perso in descrizioni prolisse e superflue che non hanno fatto altro che rallentare ulteriormente la vicenda e che sono state, a mio avviso, un po' dispersive.
Ho apprezzato comunque il fatto che diversi personaggi siano stati sino all'ultimo sospettabili: il lettore, fino all'epilogo, non sa davvero cosa pensare o cosa aspettarsi. Non posso dunque negare che la conclusione di Bad Man sia stata nettamente una sorpresa ma, nonostante ciò, non mi ha pienamente soddisfatta... ho avuto la costante sensazione che mancasse qualcosa.
Personalmente ritengo che Bad Man sia una vicenda con delle buone basi, ma che queste poi non siano state argomentate e sviluppate al meglio.
Detto ciò, poiché l'opinione di un romanzo varia da persona a persona, non posso far altro che spingervi, qualora la trama vi affascini, a fare un tentativo... chissà, magari a voi piacerà moltissimo!
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