Cari lettori, oggi vi parlo del romanzo autoconclusivo di Valentina Sagnibene: “Tutto quello che non mi aspettavo”, edito Giunti. Una storia che spinge il lettore a riflettere sull'importanza delle seconde possibilità e su quanto sia essenziale andare oltre le apparenze.
I protagonisti della vicenda non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altra.
Da una parte abbiamo Matilde, una cestista, una giovane che non ha peli sulla lingua, schietta, scontrosa, sotto certi aspetti introversa e assolutamente poco incline all'amore e a tutto ciò che lo riguarda.
Mati, nonostante la giovane età, ne ha già passate davvero troppe ed è stata più volte ferita dalla vita: nel suo cuore c'è spazio solo per sé stessa. Dopo essere stata abbandonata dalla madre quando era piccola, il fato di recente le ha giocato un ulteriore brutto scherzo portandosi via anche suo padre, la sua roccia, il suo sorriso e più grande punto di riferimento.
Da sempre bisognosa d'indipendenza e di autonomia, nel corso degli anni ha disimparato l'importanza – talvolta – di affidarsi agli altri ed ora, sola, sperduta e in preda ad un turbinio di emozioni negative, sta pagando il prezzo di tale scelta.
Ma era tutto ciò che alla ragazza era rimasto. Il suo doversi bastare.
Matilde si avvicinò stancamente all'interruttore della luce sperando di poter spegnere anche i propri pensieri. All'improvviso fu buio.
Dall'altra parte abbiamo Francesco, un ragazzo che lotta per i propri sogni, perennemente disoccupato, un po' impacciato, sperduto, innamorato dell'amore e di ogni forma romantica di corteggiamento... a causa di queste sue due ultime peculiarità non solo è finito sul lastrico, ma è anche rimasto profondamente deluso dalla persona che amava.
Patito per la lettura e aspirante scrittore, Franci brama di poter pubblicare, prima o poi nella vita, un romanzo tutto suo. Nel frattempo, però, si “limita” a scrivere piccoli articoli su un blog al femminile sotto pseudonimo.
Acclamato e ben voluto dalle fan a tal punto da attirare l'attenzione delle responsabili del sito, il protagonista apprende che l'unico modo per essere assunto, nonostante la sua vera identità, è elaborare una storia mozzafiato, che annienti tutte le altre, che lasci il segno e che lo porti finalmente ad ottenere un lavoro.
Francesco sembrava più la brutta copia di quel pallido Dan Humphrey di cui Arianna – per la disperazione – le aveva stampato un paio di fotografie che lo ritraevano assieme ai ben più ricchi e virili amici.
Poiché il miglior amico di Franci sta attualmente frequentando il capitano della squadra di basket di Matilde, i due giovani si trovano costretti ad accompagnare i rispettivi amici in una sorta di appuntamento al buio con doppia coppia.
Essendo due elementi così diversi, sin da subito sarà chiaro che tra loro le cose non potranno mai funzionare.
Tutto però cambia quando, una sera, Francesco si trova costretto a riaccompagnare la protagonista a casa, troppo ubriaca per rientrare da sola. È proprio tra le mura dell'appartamento di Mati che il giovane inizia a mettere insieme i pezzi, a comprendere un po' di ciò che si cela al di là dello sguardo impenetrabile che la caratterizza. Le foto, gli scatoloni, la casa messa a soqquadro, l'abito nero appeso al muro, il silenzio nelle restanti stanze della casa... Grazie ad essi, inoltre, Franci avrà un'illuminazione, l'idea vincente: sfruttare la storia di Matilde per vincere il concorso, per scrivere qualcosa di unico, realistico e toccante.
Quella ragazza addormentata alle sue spalle, ubriaca fradicia e incredibilmente indisponente, era una vera fonte di sorprese. La guardò. Matilde non gli avrebbe mai raccontato la sua storia, questo lo sapeva bene. Però forse c'era qualcosa che poteva fare per volgere la situazione a suo favore.
Senza dire nulla alla protagonista, i due partiranno insieme per un viaggio: ore e ore di macchina per tornare nella città natale di Mati, per esaudire l'ultimo desiderio del padre della ragazza e per mettere in chiaro questioni irrisolte.
Può un viaggio disinteressato rimanere tale? Senza coinvolgimenti, imprevisti o cambi di programma? Cosa succederebbe se Mati scoprisse la verità?
“Tutto quello che non mi aspettavo” è un romanzo molto dinamico: i capitoli sono brevi, caratterizzati dal punto di vista alternato, scorrevoli e assolutamente ben scritti.
“Una storia d'amore non è mai soltanto una storia d'amore” così come un viaggio non è mai soltanto un viaggio.
I due protagonisti avranno modo, trascorrendo alcuni giorni insieme, di conoscersi e di rivelarsi l'un l'altro per quello che sono davvero, nelle loro mille sfaccettature, nei loro molteplici colori, nei loro momenti bui, spensierati e felici.
Mati si mostrerà nella sua fragilità ma anche nella sua incredibile forza, così come Francesco farà emergere il suo lato sbarazzino e la sua determinazione.
Insieme si completeranno e, nel loro essere così diversi, si riscopriranno assolutamente necessari e compatibili... ma attenzione: NON aspettatevi un romanzo eccessivamente romantico. Ci sono le basi, e sicuramente il loro rapporto è una presenza che nasce e si sviluppa con lo scorrere delle pagine, ma, a mio avviso, non è l'elemento chiave della vicenda.
L'autrice sottolinea l'importanza dei legami familiari, facendone al contempo emergere le difficoltà.
È essenziale concedere il beneficio del dubbio, andare al di là di ciò che tutti possono osservare in superficie e, di tanto in tanto, concedere una seconda possibilità non solo agli altri, ma anche a sé stessi.
“Tutto quello che non mi aspettavo” è un romanzo divertente, toccante, dallo stile semplice ma efficace, che racchiude importanti insegnamenti. È una storia all'insegna dell'amicizia, dell'amore e soprattutto del valore della verità e delle proprie radici.
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