The tower - Il millesimo piano di Katharine McGee - Recensione

Cari lettori, oggi vi parlo di “The Tower – il millesimo piano” primo libro della The Thousandth Floor Trilogy di Katharine McGee, edito Piemme.

“The Tower” è una torre di mille piani situata in una New York dai tratti futuristici, costituita da hoverboard e realtà virtuali, che somiglia in tutto e per tutto ad una città.
Essendo strutturata in maniera gerarchica, la torre ospita nei piani più bassi i residenti meno benestanti e, man mano, salendo ai piani più alti, gente di ceto agiato che vede il suo culmine nell’élite dominante. I protagonisti principali della storia sono cinque:

Avery, residente al millesimo piano, è considerata da tutti la ragazza perfetta: la carnagione candida, i capelli luminosi e i lineamenti angelici la rendono una figura eterea capace di ammaliare chiunque. Tanto bella quanto fragile, pur conducendo la vita che tutti sognano ed essendo amata da amici e familiari, si sente spesso molto sola.

Leda, migliore amica di Avery, risiede qualche centinaio di piani più in basso ed è una ragazza piuttosto problematica. In seguito all’elevato livello di stress a cui è sottoposta, inizia infatti a far uso di sostanze stupefacenti illegali che la faranno precipitare in un baratro senza via d’uscita. Perennemente scontrosa e di una bellezza più comune e ordinaria rispetto all'amica, il cuore di Leda batte da sempre per un solo ragazzo, qualcuno che la farà crollare ulteriormente nel suo inferno personale.

Eris è la più vecchia amica di Avery e, come Leda, abita leggermente più in basso.
È una ragazza che vive senza freni, conducendo un'esistenza spericolata, al massimo delle sue possibilità e opportunità supportata dalla famiglia.
Fidanzata con il ragazzo dei sogni, Cord, la sua quotidianità sta per essere bruscamente interrotta da un inestimabile segreto.

Rylin è un personaggio estraneo alla cerchia dei ricchi. Risiede al trentaduesimo piano e lavora sodo per mantenere sé e sua sorella. Pur vivendo in un mondo completamente differente da quello degli altri protagonisti, condivide con Leda la “passione” per le droghe.
Esteticamente più neutra rispetto alle ragazze prima citate, non se ne cura: riceve comunque molte attenzioni anche al di fuori del suo gruppo di amici.

Watt, di origini persiane, è il maggiore di tre figli. Come Rylin anche lui non gode di stabilità economica e di un elevato status sociale.
Molto abile in tutto ciò che riguarda il mondo informatico, è stato in grado di creare Nadia, un’intelligenza artificiale ammirevole ed altrettanto illegale. Sfruttando le sue capacità è in grado di hackerare qualsiasi rete e livello di sicurezza. È così che si guadagna i soldi per far avverare il suo sogno di frequentare l’università.

Il destino di questi cinque giovani, per un motivo o per l'altro, ha deciso di incrociarsi e sovrapporsi. I ricchi di New York nascondono sempre dei segreti – chiunque abbia visto Gossip Girl sa a cosa mi riferisco – e, una volta venuta a galla la verità, il massimo che si possa fare è contenerne i danni.

Riusciranno i nostri protagonisti a restare uniti nonostante tutto? Quali sono le scomode verità che stravolgeranno le loro vite?

Il romanzo, scritto in terza persona con cinque pov differenti, parla di una Manhattan evoluta tecnologicamente ma retrograda dal punto di vista sociale.
Nonostante le descrizioni siano piuttosto scarne, emerge comunque che la società, gerarchicamente parlando, ha una struttura piramidale che vede alle fondamenta i ceti più poveri e sulla punta l'élite.
L’unico fattore che unisce i diversi piani è la droga: tutti la consumano e tutti la spacciano senza alcuna distinzione.

Personalmente parlando mi aspettavo un libro leggermente diverso, non un “semplice” intreccio di vite, segreti, bugie e rapporti illegali. I personaggi sono strettamente collegati l'un l'altro e ciascuno di loro dovrà affrontare numerosi ostacoli per raggiungere i propri tanto agognati obiettivi.

Come già detto in precedenza, avrei preferito qualche descrizione in più e qualche intrigo in meno. Stilisticamente parlando, nonostante il romanzo sia scritto in terza persona – espediente che di norma non prediligo –, le pagine scorrono piuttosto fluidamente.

Nonostante tutto, The Tower rimane il primo volume di una trilogia e, considerando il colpo di scena finale che si abbatte sui protagonisti, i restanti due volumi non possono essere altro che un crescendo di suspance ed emozioni.