Cari lettori, oggi vi parlo di “Oltre il bosco” di Melissa Albert, un fantasy dalle tinte dark\mystery edito Rizzoli.
Alice non ha mai conosciuto sua nonna, eppure Althea Proserpine è una donna che fa parlar molto di sé. È una scrittrice, una narratrice di racconti pittoreschi, a tratti macabri e apparentemente senza alcuna morale.
Althea Proserpine ha numerosissimi fan, ma le sue opere appaiono, ai loro occhi, stranamente introvabili. A volte tornano disponibili sul mercato per poi scomparire subito dopo, a volte invece svaniscono nel nulla in maniera definitiva, come se non fossero mai esistiti, se non nelle menti di chi li ha precedentemente letti.
Non ci sono lezioni lì. C'è solo quel mondo terribile e crudele con un meraviglioso tocco di magia, dove accadono eventi tremendi. E non accadono per una ragione particolare, o a tre a tre, o secondo una modalità che appaia frutto di giustizia. Sono fiabe ambientate in un luogo che non ha regole e non ne vuole. E la voce dell'autrice – la voce di tua nonna – è perfettamente priva di compassione. È come un reporter di guerra che se ne freghi.
Alice vorrebbe tanto scoprire qualcosa di più in merito a sua nonna e ai suoi racconti, ma Ella, sua madre, glielo proibisce. Tutto ciò che riguarda Althea Proserpine, in casa loro, è taboo.
Alice ed Ella non hanno mai avuto una dimora fissa. Ogni anno, per motivi singolari, sono state costrette a lasciare la città in cui fino a poco prima avevano vissuto. Questo perchè la sfortuna è la loro più grande compagna di vita: le pedina, le segue come un'ombra e le tormenta.
Dopo anni di fuga e di viaggi in solitaria, ecco che Ella si sposa e tutto cambia. Per la prima volta dopo tempo le cose sembrano andare per il meglio... peccato però, che questa situazione non sia altro che la quiete prima della tempesta, una sorta di calma apparente che esplode e si frantuma definitivamente nel momento in cui Ella scompare, e tutto ciò che rimane di lei non è altro che una busta contenente la pagina di un romanzo.
La pagina di uno dei racconti di Althea Proserpine intitolato: Alice-Tre-Volte.
Era una pagina con un titolo che avevo visto una volta sola, anni prima. “Alice-Tre-Volte”, diceva in caratteri fitti. Attorno era disegnata la forma di un cristallo che faceva pensare a ghiaccio. Su un lato il bordo era irregolare, come se fosse stata strappata dal libro.
Riuscirà la protagonista a salvare sua madre e a scoprire cosa o chi si cela dietro al mistero del suo rapimento?
“Oltre il bosco” di Melissa Albert è un romanzo davvero originale e ben scritto. La vicenda scorre fluida e dinamica pagina dopo pagina, catturando a poco a poco l'attenzione del lettore che, quasi senza accorgersene, si ritrova catapultato all'interno della storia insieme ad Alice alla ricerca di Ella, di Althea Proserpine, di Hazel Wood e dell'Oltremondo.
La prima metà della vicenda ha però, a mio avviso, una piccola pecca: la protagonista. Mi spiego meglio. Alice è un'adolescente che ne ha passate di cotte e di crude, che è sconvolta per la scomparsa della madre e che è poco incline a creare legami con altre persone.
La si può giustificare in tutti i modi possibili e inimmaginabili, ma questo non toglie che abbia davvero un caratteraccio. La cosa che mi ha fatto innervosire maggiormente è stato il modo in cui ha trattato Finch – il suo compagno di avvenute alla ricerca di Ella e di Althea Proserpine – come se fosse “l'ultimo degli ultimi” per tutto il tempo. E attenzione: senza di lui e soprattutto senza i suoi soldi – che la protagonista critica tanto, anche quando non serve – Alice non sarebbe andata da nessuna parte e molto probabilmente ora sarebbe ancora a piangersi addosso da qualche parte, senza sapere da dove cominciare... perchè Finch è una risorsa, non solo economica, ma anche a livello “culturale”.
Il suo personaggio, pur essendo un po' bizzarro e spesso difficile da decifrare, mi è piaciuto davvero tanto.
Tornando ad Alice, fortunatamente nella seconda parte della vicenda il suo atteggiamento migliora e, soprattutto, l'autrice fornisce al lettore una spiegazione plausibile che giustifica “il perchè” di tutta questa sua rabbia.
Dando un giudizio generale a “Oltre il bosco”, sono rimasta discretamente soddisfatta. Il filo narrativo principale che muove ogni cosa è sinceramente affascinante e ammetto di non aver mai letto nulla di simile prima d'ora. Un altro punto a favore di questo romanzo è che, onestamente, sino all'ultima pagina non sapevo cosa aspettarmi. Melissa Albert è stata in grado di tenermi col fiato sospeso fino alla fine.
Personalmente non sono del tutto convinta che le scelte prese dalla protagonista siano, al cento per cento, quelle giuste per lei, ma sì sa... ognuno è artefice del proprio destino... o forse no?
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