Cari lettori, oggi vi parlo di un thriller psicologico autoconclusivo coinvolgente e intrigante sin dalla prima pagina: “Morte nelle Highlands” di Lucy Foley, edito Giunti Editore.
I protagonisti della vicenda sono amici di vecchia data che si conoscono sin dai tempi del college. Ormai cresciuti e sposati, non perdono comunque l'occasione per riunirsi almeno in occasione di Capodanno.
Si avvicina il Capodanno. Dopo tanto tempo saremo di nuovo tutti insieme. Io e Mark, Miranda e Julien, Nick e Bo, Samira e Giles, la loro bimba di sei mesi, Priya. E Katie.
Quattro giorni immersi nella natura selvaggia delle Highlands, a Loch Corrin. Soggiorneremo in un rifugio molto esclusivo: una residenza privata che viene affittata soltanto in quattro periodi l'anno e, com'è comprensibile, questo è il più gettonato. Ho dovuto prenotarlo con un anno di anticipo.
La meta di quest'anno è la Scozia. Isolati nelle magiche e a tratti inquietanti Highlands scozzesi, i protagonisti dovranno fare i conti con due “inconvenienti”.
Innanzitutto con il cambiamento derivato dal passare degli anni. Se ai tempi di Oxford erano tutti estremamente legati, ora, al di là di ciò che appare, i vari personaggi hanno ben poco in comune.
Miranda e Katie erano come sorelle: la luce e il buio, lo splendore e l'anonimato; se prima si completavano perfettamente, ora si parlano a stento.
Samira era una delle ragazze più folli e scatenate, ma ora, sposata con Giles e mamma di una meravigliosa bimba, è così calma e apprensiva da essere quasi irriconoscibile.
Julien e Mark sono sempre stati ottimi amici, ora, però, la tensione è alle stelle... possibile che non sia soltanto perchè Mark è da sempre innamorato della moglie di Julien?
Nick e Bo, la coppia omosessuale del gruppo, sembra essere la più tranquilla, eppure Nick prova un odio profondo per Miranda, così come Bo nasconde un passato torbido.
Emma, moglie di Mark ed ultima arrivata, ha sempre patito questa sua condizione di “esclusa” da tutti gli aneddoti dei tempi del college, per questo cerca in ogni modo di integrarsi col gruppo facendo bella figura grazie alle sue doti culinarie e alla sua capacità organizzativa.
Ho intenzione di preparare un vero banchetto per il cenone di Capodanno e non sto più nella pelle. Adoro cucinare. Il cibo avvicina le persone, no?
In secondo luogo, a creare disagio e scompiglio, ci penserà la scomparsa di uno degli ospiti del cottage, il cui cadavere verrà poi ritrovato dopo qualche giorno, nella neve, con evidenti segni di strangolamento sul collo.
Il fatto che non si sia trattato di un incidente, implica che uno di loro si è macchiato le mani di sangue. Il cottage ospita soltanto il gruppo dei protagonisti, più una coppia e due impiegati.
Chi è il carnefice? Chi la vittima?
“Che è successo?” gli domando.
Esita a lungo, riprende fiato, ma i suoi occhi raccontano già tutta la storia, comunicano in silenzio tutto l'orrore che hanno visto.
Alla fine parlo. “Ho trovato l'ospite.”
“Be', fantastico” dico. “Dove...”
Lui scuote la testa, e la domanda mi muore sulle labbra.
“Ho trovato il corpo.”
Lucy Foley è stata geniale nello scrivere un thriller in cui ciascun personaggio è potenzialmente sospettabile. Sebbene i protagonisti possano sembrare un gruppo di persone sinceramente affiatate, ciò che si cela realmente nei loro cuori è invece un sentimento corrotto, finto e di circostanza. Tutti, nel loro piccolo, cercano ti tenere in piedi una struttura che è ormai fragile, esile e priva di fondamenta. Un palazzo altissimo, pieno di voragini e spifferi, che è sul punto di crollare da un momento all'altro.
Ciò che li legava un tempo ormai non esiste più. Quindi chi sono ora queste persone?
“Morte nelle Highlands” è un romanzo dalle mille sfaccettature, che viene narrato a POV alternati da più personaggi. Oltre ad aver il punto di vista di Emma, Miranda e Katie, il lettore ha modo di entrare anche nella mente dei due dipendenti del cottage.
Le molteplici visioni della storia contribuiranno a rendere il quadro generale della situazione più completa, ma non per questo più semplice da sbrogliare.
Tralasciando qualche ripetizione che personalmente avrei evitato, la vicenda è scritta bene ed in maniera molto scorrevole. Ho apprezzato come l'autrice si sia soffermata ad analizzare la psicologia di ciascun personaggio, così come i messaggi finali che ha voluto mandare al lettore.
Per concludere dunque, se vi piacciono i thriller ambientati nella natura, in luoghi sperduti ed enigmatici, dalle sfumature inquietanti ma assai coinvolgenti, “Morte nelle Highlands” è quello perfetto per voi.
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