Buonasera lettori, oggi vi parlo di un romanzo bellissimo che aspettavo da mesi: Più forte di ogni addio, edito Garzanti e scritto da Enrico Galiano, medesimo autore di Eppure cadiamo felici e Tutta la vita che vuoi.
Michele è un ragazzo non vedente – anche se lui odia questa definizione. È un adolescente a cui, all'età di tredici anni, non è stata portata via “soltanto” la vista, ma anche il suo più grande sogno.
Un incidente, un istante, un terribile impatto, e tutto è cambiato.
Convivere con questa mancanza l'ha costretto ad acuire gli altri sensi ed è proprio grazie all'olfatto che, un giorno, mentre è sul treno per andare a scuola, sente per la prima volta un profumo buonissimo ed insolito, che diventerà per lui magnetico al pari del canto delle sirene per i marinai.
Colpa di quel profumo, secondo me.
Giuro, non avevo mai sentito niente del genere.
Un profumo buonissimo, fresco: sapeva di... mare. Sì, di mare. Era come se qualche mastro profumiere geniale si fosse inventato il modo di prendere il mare e imbottigliarlo in un'essenza: ma non un generico mare, no, quell'odore per me era lo stesso che avevo sentito da piccolo in un laghetto artificiale che si era creato tra gli scogli di una spiaggia semideserta della costa ionica, nell'alto Salento, dove andavo in vacanza con gli zii.
La “padrona” di tale profumo è Nina, una ragazza molto sensibile ed una “delicata orchidea”.
Nina ne ha passate tante: il suo corpo è pieno di croci, ma soprattutto di profonde ed indelebili cicatrici.
È una giovane che vive affogando giorno dopo giorno nel rimpianto e nel senso di colpa.
È una giovane che vorrebbe mettere il mondo in pausa, azzerando voci e pensieri, e che spesso lo fa, alzando il volume della musica nelle cuffiette.
È una giovane che avrebbe sempre desiderato essere un soffione, perchè sì, c'è differenza tra l'essere un soffione, piuttosto che un'orchidea. Essere un'orchidea è una responsabilità, perchè ti vincola e ti costringe, volente o nolente, a sentire tutto, anche troppo, anche quello che non vorresti.
Ti obbliga a caricarti sulle spalle il peso del mondo e di chi ti circonda. Ti stringe il cuore in una morsa e te lo fa esplodere nel petto, e quando si tratta di gioie, è meraviglioso, ma quando c'è di mezzo la sofferenza, il dolore è così grande da piegarti in due.
Per il soffione invece è tutto più facile, lui è imperturbabile, intoccabile. Magari un modo per scalfirlo c'è, ma è molto più difficile e complesso. Lui si fa scivolare tutto addosso, come se il suo stelo fosse ricoperto d'olio e nulla potesse sfiorarlo.
“Dio, che invidia per tutti quei soffioni, tutti quei soffioni là fuori che gli possono dire quello che vogliono e loro niente, che non stanno male per uno sguardo in più o in meno, che non soffrono per cazzate come la stupida deficiente orchidea, loro se ne crescono per i fatti loro, dove vogliono loro, nascono e hanno già dentro quella forza che noi invece ci dobbiamo costruire da noi, pezzo dopo pezzo, la forza di non sentire, ecco cosa volevo, la forza di non sentire, di non stare sempre così male, e alla fine l'ho costruita, me la sono fatta da me, ho deciso di diventare soffione e sono diventata soffione.”
“E poi che è successo?”
“Stava andando tutto così bene, tutto così alla grande, fino a che non sono andata a sbattere contro Michele.”
Nina ha lottato tanto per evolversi, per passare da orchidea a soffione ma, nel momento in cui incontra Michele, una parte della “vecchia sè” riemerge e la sua spiccata sensibilità torna in luce.
Sul treno, per soli dodici minuti di viaggio, giorno dopo giorno, i due protagonisti compiranno un miracolo. Prima un profumo, poi un pizzico di coraggio, di conseguenza una domanda – o forse tante domande – ed infine una connessione, un legame inscindibile, un amore che sboccia piano, per poi diventare un tuono dirompente.
Michele è pazzo di lei. Nina è pazza di lui.
Purtroppo però, amare significa essere coraggiosi, ma anche sinceri.
La giovane orchidea nasconde un segreto indicibile. La sola idea di accennare a Michele ciò che si annida nel suo cuore la fa scappare a gambe levate. E Nina lo fa, per davvero: prende la via più semplice, e fugge via. Da lui, da loro, da ciò che avevano appena iniziato a costruire. Il tutto, senza nemmeno dirgli addio.
Michele riuscirà a ritrovare Nina e a perdonarla? Ma soprattutto, cosa nasconde realmente la protagonista?
È quello il momento più terribile: quando a un certo punto ti rendi conto che in tutti quei posti, in quei ricordi in cui pensavi di essere in due, in realtà eri da solo.
Enrico Galiano è un autore meraviglioso. Ogni volta che leggo qualcosa di suo trovo, tra le righe, conforto e comprensione.
Leggere i romanzi di Galiano è un po' come guardarsi allo specchio, è come arrivare alla resa dei conti con sé stessi: non puoi scappare da quello che senti, tutto ciò che puoi fare è affrontarlo ed entrare a patti con esso.
Ho amato alla follia i riferimenti che l'autore ha fatto nei confronti dei bambini orchidea e dei bambini soffione, mai parole sono state così vere; così come ho altrettanto adorato le “mollette rosse”, elemento super originale ed estremamente dolce che scoprirete a poco a poco leggendo il romanzo.
Più forte di ogni addio è un titolo adatto a tutte le età. Lo stile di scrittura è scorrevole, coinvolgente e incredibilmente evocativo.
Lo consiglio ai più giovani per far capire loro che non sono soli, che è normale a volte sentirsi spaesati, che è giusto avere paura, che l'amore è bello, ma che sa far male, che la gentilezza è importante, che vivere richiede coraggio e che può capitare a tutti di avere dei rimpianti o di compiere scelte sbagliate, ciò che conta è stare attenti a non inciampare nuovamente negli stessi passi.
Ma lo consiglio anche agli adulti perchè l'autore affronta, con molta delicatezza, le problematiche spesso derivanti da un rapporto genitore-figlio piuttosto conflittuale o scarno di comunicazione, perchè leggendo queste pagine sono certa che riuscirete a comprendere meglio chi vi sta accanto.
Con il cuore colmo di gratitudine nei confronti di un autore capace di far scaturire in me ogni volta emozioni speciali, vi consiglio vivamente di recuperare al più presto Più forte di ogni addio.
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