Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un romanzo autoconclusivo che mi ha coinvolto ed affascinato, ovvero: “Il rilegatore” di Bridget Collins, edito Garzanti.
Emmett è un giovane che ha sempre lavorato nella tenuta di famiglia. A seguito di una brutta febbre, però, il suo corpo si è indebolito, è diventato più fragile e di conseguenza poco portato per i lavori di forza o resistenza. Nel momento in cui gli viene offerta un'alternativa, dunque, non può far altro che accettare.
Seredith, un'anziana e solitaria rilegatrice, sta cercando un apprendista, e l'unico che vuole con sé è proprio Emmett. Convinta che sia perfetto per questo mestiere, a poco a poco gli insegnerà un'arte misteriosa, magica e surreale.
Ma...Perché Seredith rilega libri per poi conservarli al sicuro, nei meandri della propria casa?
Perché la sua famiglia l'ha sempre tenuto lontano dai libri, come se rappresentassero “il male”?
“Rilegare... è un bel mestiere. Un mestiere onesto. Niente di cui avere paura.” Alta diede un colpo alla credenza e la mamma la guardò oltre la spalla mentre lei allungava in fretta un braccio per impedire a un piatto di cadere per terra. “Alta, stai attenta.”
Mi batteva forte il cuore. “Ma... voi odiate i libri. Sono sbagliati. Me lo avete sempre detto...”
Rilegare è un'arte antica. Rilegare non significa soltanto creare libri, significa anche entrare a contatto con le persone, generare una connessione, un legame e soprattutto creare un vuoto. Rilegare vuol dire assenza, vuol dire portare via qualcosa, in particolar modo un ricordo, ciò che il soggetto in questione vuole dimenticare.
Nelle pagine dei libri rilegati, infatti, ci sono le memorie che le persone hanno deciso di rimuovere dal proprio cuore, dalla propria mente e dalla propria anima.
“Ricordi”, disse infine. “Non persone, Emmett. Noi prendiamo i ricordi e li rileghiamo. Qualunque cosa la gente non sopporti di ricordare. Qualunque cosa con cui non riescano a convivere. Noi prendiamo quei ricordi e li mettiamo dove non possono più fare del male. Solo questo sono i libri.”
Sebbene inizialmente Emmett sia restio a compiere una “stregoneria” simile, col tempo l'acquisisce e la fa sua. È tutto così naturale e spontaneo, che l'unica opzione possibile per lui è abbracciare tale dono.
Un giorno, però, una scoperta cambierà ogni cosa: il giovane protagonista, infatti, troverà, tra gli scaffali di un'enorme libreria, un libro con inciso sopra il suo nome.
Com'è possibile? Perchè mai avrebbe dovuto farsi rilegare?
L'unico modo per riappropriarsi del propri ricordi è bruciare il libro. La sua bramosia di sapere è troppo grande, è necessaria. Riuscirà davvero Emmett a gettare le sue memorie tra le fiamme ardenti?
“Il rilegatore” è un romanzo molto particolare. Innanzitutto bisogna fare una premessa: la vicenda è suddivisa in tre sezioni: la prima e la terza narrano la storia al presente, mentre la seconda è un tuffo nel passato.
Inizialmente Bridget Collins si è maggiormente concentrata su quello che effettivamente è il mestiere del rilegatore. Pur mantenendo un costante alone di mistero, il lettore assiste al cambiamento dello stile di vita di Emmett, al suo diventare apprendista e al suo guarire dagli incubi di una febbre che gli ha rovinato la vita.
Nella seconda parte, invece, l'arte di Seredith viene momentaneamente accantonata per lasciare spazio ad una versione di Emmett totalmente diversa da quella appena conosciuta. In questo “blocco” il protagonista è in forze, è un grande lavoratore, è sorridente e ironico... sembra in tutto e per tutto un ragazzo pronto a depennare grandi soddisfazioni dalla propria lista dei buoni propositi.
La terza sezione vedrà invece una nuova voce narrante – già conosciuta precedentemente – e un Emmett provato dall'esistenza, dal destino e da un mare di dolorosi ricordi.
Lo stile di Bridget Collins è fluido, ma assai descrittivo. Nella mente del lettore si palesano visioni, odori e profumi, azioni, paesaggi e legami. Personalmente ho adorato ogni capitolo nato dalla penna dell'autrice.
Penso che “Il rilegatore” sia senza alcuna ombra di dubbio un romanzo originale, crudo e “forte” per certi versi. In un mondo in cui è possibile, senza troppe difficoltà, cancellare i ricordi, è altrettanto facile commettere violenze obbligando poi le vittime a dimenticare.
Essere rilegati, però, ha anche degli effetti collaterali, non può essere fatto con leggerezza. Cosa comporterà mai?
Ho sinceramente adorato questo romanzo. “Il rilegatore” mi ha coinvolta, tenuta incollata alle pagine e soprattutto è stato in grado di sorprendermi in maniera incredibile. Ho deciso di dare quattro stelle e mezzo anziché cinque semplicemente perché obiettivamente avrei preferito un finale leggermente più romantico ma, nel complesso, non mi posso lamentare.
Se siete alla ricerca di una storia magica, emblematica, schietta e tortuosa, “Il rilegatore” di Bridget Collins è quella perfetta per voi!
N.B.
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Potrebbe essere spoiler, ma credo sia comunque importante specificare che “Il rilegatore” contiene riferimenti ad una coppia omosessuale. Qualora abbiate qualsiasi tipo di avversione al riguardo, vi sconsiglio la lettura di questo romanzo.
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