Cari lettori, oggi vi parlo di un noir edito Giunti intitolato “Alla fine del viaggio. Solitudine per il commissario Casabona” scritto da Antonio Fusco.
La vicenda parte con la discussione tra Casabona e sua moglie, Francesca, con cui le cose, ormai, non vanno da tempo. La loro relazione, apparentemente indissolubile, col passare degli anni si è crepata sempre di più, impercettibilmente e silenziosamente, fino a spaccarsi e a creare voragini impossibili da colmare.
Ci sono due momenti importanti nella vita di un uomo: quando incontra la donna della sua vita e quando la perde. Del primo ha pena consapevolezza, poiché la sua esistenza inizia improvvisamente ad avere un senso compiuto, la sua forza un fine e le sue doti una realizzazione. Del secondo, invece, potrebbe non accorgersi mai. Le donne spesso fanno così, vanno via in punta di piedi, senza farsi notare. Non danno spiegazioni, perchè non ce ne sono o forse perchè ce ne sono troppe.
Purtroppo, come se questo non bastasse, il commissario viene di lì a poco chiamato da un suo collega per un emergenza: un uomo è stato travolto da un treno in corsa. Che si tratti di un incidente o di un suicidio? Una volta giunto sulla scena del crimine Casabona non potrà far altro che escludere entrambe le ipotesi. L'uomo, infatti, era impossibilitato di muoversi poiché legato ad una sedia a rotelle.
Un omicidio dunque? L'unica certezza è che la vittima sui binari non c'è arrivata da sola: qualcuno deve averla posizionata al momento giusto nel posto giusto.
“Ah, Tommaso... quando hanno portato su le gambe, ho potuto notare che la muscolatura era in linea con la sua struttura fisica e abbastanza tonica.”
“E quindi?”
“E quindi era uno che le gambe le usava, non aveva bisogno di una sedia a rotelle. Forse ce l'avranno messo per portarlo giù. Probabilmente era privo di sensi.”
Le indagini procedono lente: sono tantissime le domande, ma effettivamente minime le prove a portata di mano. Continuando a scavare, però, il commissario e il suo team inizieranno presto a trovare delle piste. Il destino di diversi uomini verrà tranciato definitivamente a causa di un loro peccato, di una sporca perversione che li accomuna.
Passo dopo passo ogni tassello verrà collocato al proprio posto e Casabona non potrà fare a meno di ricollegare il caso attuale con l'incidente avvenuto cinque anni prima sui medesimi binari.
Come sono collegati i due casi? Qual è l'identità dell'attuale vittima? Chi si cela dietro a questo artificioso piano?
“Alla fine del viaggio. Solitudine per il commissario Casabona” è un romanzo incredibilmente scorrevole. Ogni pagina è affascinante non solo perchè ti permette di scoprire un elemento in più in merito al caso, ma anche perchè il commissario, che sta attraversando una crisi matrimoniale, fa davvero delle splendide riflessioni sulla vita di coppia.
Certo, quest'ultime hanno un ruolo assolutamente marginale all'interno della vicenda, eppure le donano quel qualcosina in più che in un romanzo non fa mai male e che anzi, lo arricchisce.
“Cosa te lo fa pensare?”
“Perchè le donne si innamorano sempre di ciò che non riescono a distruggere.”
Le indagini sono accattivanti, magnetiche: sino all'ultima pagina il lettore non è in grado di capire chi sia la vittima e chi il carnefice.
Nel corso dei capitoli si crea una matassa sempre più aggrovigliata di eventi e personaggi. Quanti di voi riusciranno a sbrogliarla senza l'aiuto del commissario Casabona?
Il protagonista, Casabona, è un uomo burbero ma corretto. Per certi versi mi ha ricordato moltissimo Marco Besana, giornalista di cronaca nera, nonché personaggio principale di “Nostalgia del sangue” di Dario Correnti, un altro thriller edito Giunti che vi consiglio di cuore.
“Alla fine del viaggio. Solitudine per il commissario Casabona” è un romanzo forte, appassionante e d'impatto. Con le sue 223 pagine si legge in un soffio, per cui, se siete alla ricerca di una lettura “breve ma intensa”, il libro di Fusco è quello perfetto per voi.
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