L'eredità di Agneta. Le signore di Löwenhof di Corina Bomann - Recensione

Cari lettori, oggi vi parlo della mia ultima lettura, ovvero: L'eredità di Agneta di Corina Bomann, un romanzo di narrativa storica che, purtroppo, non mi ha convinto appieno.

Agneta è una giovane che ha abbandonato le sue radici per inseguire il suo sogno più grande: quello di diventare un'artista, una pittrice.
Femminista attiva e convinta, trascorre le sue giornate con le sue amiche, in università e con il suo fidanzato Michael, colui che, forse un giorno, la sposerà.

La sua vita, però, viene completamente stravolta dall'arrivo di un telegramma che cela un messaggio terribile: il padre e il fratello, infatti, sono rimasti gravemente feriti in un incendio.

+++ Papà e Hendrik hanno avuto un incidente +++ Vieni subito a casa +++ Mamma +++
Ero sgomentata, impietrita. Un incidente?
Il cuore mi batteva fortissimo, e per un attimo cercai di convincermi che fosse solo un trucco meschino di mia madre per riportarmi a casa. Ma Stella Leongard non scherzava mai sulla salute e la vita dei suoi familiari.

Agneta non ci pensa due volte e, nonostante tutti i dissapori passati, si precipita nella tenuta di famiglia. Una volta messo nuovamente piede a Lowenhof, la giovane si renderà davvero conto di quanto le sia mancato tutto questo.
Purtroppo, però, il suo rientro verrà accompagnato da una terribile notizia e da una decisione che la porterà ad un bivio: dovere o piacere?

Le ferite di Hendrik erano più gravi di quanto immaginassi. Per fortuna mia madre non era lì a esortarmi a mostrare maggior contegno. In carrozza potei finalmente lasciarmi andare. Ero tormentata da vari interrogativi, a preoccuparmi era soprattutto lo squilibrio fra le mie due esistenze.

Agneta è una donna ribelle, emancipata e curiosa che ammira la modernità, ma che non tradirebbe mai una promessa fatta, soprattutto se si parla di una promessa fraterna.

I giorni alla tenuta trascorreranno in maniera burrascosa e la protagonista verrà divorata dal dolore, dai rimpianti e dai sensi di colpa. L'altalenante e prevalentemente astioso rapporto con la madre non faciliterà le cose, ma Agneta, fortunatamente, troverà ben presto appoggio in Max, un giovane che la aiuterà a prendere in mano le redini della famiglia.

Questo romanzo è stato per me il primo approccio con Corina Bomann.
Autrice di numerosissimi (e sicuramente bellissimi) titoli, non posso negare di essere rimasta discretamente delusa da questa lettura. Problema principale, a mio avviso: il fatto che la storia non abbia né capo né coda.

Purtroppo, così come le domande iniziali si esauriscono in breve tempo, quelle successive, che si creano strada facendo, sfumano a poco a poco nel nulla.

Diciamo che di circa 640 pagine ne avrei tagliate almeno la metà.

Agneta ha diversi lati positivi, in primis il suo voler essere una donna autonoma e indipendente; è passionale, determinata, creativa. Nei primi capitoli, però, molte scene che la vedono come protagonista si ripetono fin troppo, a tal punto da risultare noiose.

Carine sia la trama che l'idea, peccato però che siano state sviluppate entrambe malamente. Stile scorrevole e, escludendo le prime cinquanta pagine, abbastanza dinamico. Bella l'evoluzione del rapporto con la madre della protagonista, donna apparentemente imperturbabile, che però nasconde diversi segreti.

Se vi piace la narrativa storica, potete farci un pensierino, sarei curiosa di sapere la vostra opinione. Soprattutto quella di coloro che hanno letto altre opere di questa autrice.