Cari lettori, finalmente, l'altra sera, ho concluso (anch'io) la lettura di “Il priorato dell'albero delle arance” scritto da Samantha Shannon ed edito Mondadori Oscar Vault, un fantasy autoconclusivo ricco non solo a livello di trama, ma anche e soprattutto di pagine (771 in totale esclusi glossario, presentazione dei personaggi e i ringraziamenti).
Com'è terminata quest'esperienza? In positivo o in negativo? Scopriamolo insieme!
La trama è inizialmente divisa in due parti: Oriente e Occidente.
L'Oriente ha come personaggio principale Tané, una giovane che si sta allenando duramente per ottenere il titolo di Cavaliere dei Draghi.
La sera prima dell'esame, però, il suo sogno viene messo a repentaglio dall'arrivo di uno straniero sulle rive del suo paese. Essendo un possibile portatore del morbo – una malattia mortale – Tané decide, con l'aiuto della sua fidata amica Susa, di nasconderlo presso la dimora dell'alchimista Niclays Roos, seconda voce narrante della vicenda.
Orisima.
Era lì che avrebbe portato il forestiero.
Il ponte illuminato che conduceva all'avamposto mercantile era sorvegliato da guardie. A pochi Seiikinesi era concesso entrare, e lei non era tra questi. L'unico altro modo di superare la recinzione era la chiusa che si apriva una volta all'anno per ricevere le merci dalle navi mentesi.
Tané guidò il forestiero fino al canale. Non poteva introdurlo personalmente a Orisima, ma conosceva qualcuno che sarebbe stato in grado di farlo.
Roos è un esiliato che conduce una vita modesta sull'isola a rimpiangere non solo le sue scelte, ma anche ed in particolar modo il suo grande amore perduto.
L'Occidente invece vede come protagonista Ead, una giovane mandata a corte dalla Priora del Priorato dell'albero delle Arance, un luogo del Meridione, al fine di proteggere la regina di Inys: Sabran.
Si vocifera infatti che, finché la casata Berethnet sarà al potere, il Senza Nome – un'immensa e malvagia creatura draconica – non tornerà.
È quindi di vitale importanza che Ead, nelle vesti di anonima ancella, si guadagni la fiducia della regina e che la protegga a costo della sua stessa vita. A differenza degli altri membri di corte, Ead ha dei vantaggi; innanzitutto è un'assassina addestrata: il suo passo è felpato e le sue movenze sono letali. In più, gode dell'aiuto della magia che deriva dai frutti dell'albero delle Arance. Pur essendo ormai lontana da casa da anni, un flebile fuoco brucia ancora in lei.
Appena si mosse, Ead lo seguì. Scivolò giù dalla trave senza il minimo rumore.
I suoi piedi nudi spiccavano sul marmo. Mentre il tagliagole si faceva strada nella Stanza del Baldacchino col pugnale sguainato, lei gli premette una mano sulla bocca conficcandogli il coltello tra le costole.
Il tagliagole si irrigidì. Ead strinse la presa, stando ben attenta ad evitare gli schizzi di sangue. Quando il corpo dell'uomo smise di muoversi, lo adagiò sul pavimento.
La quarta ed ultima voce narrante della storia è Loth, diminutivo di Lord Arteloth Beck.
Miglior amico di Sabran, dopo essere stato allontanato da corte, accompagnerà il lettore alla scoperta della vita dei marinai e di luoghi sino a quel momento a noi ignoti.
Capitolo dopo capitolo le vite di questi personaggi si intrecceranno sempre di più fino a creare un'invisibile ma indistruttibile ragnatela di legami.
Lo stile di scrittura è scorrevole e accattivante.
In questo romanzo Samantha Shannon ha creato dei personaggi femminili forti, determinati e valorosi. Non posso che inchinarmi di fronte alla maestria dell'autrice, che ha architettato una trama così complessa e al contempo così “giusta”, da lasciarmi senza parole.
Tutto è riconducibile a qualcos'altro.
Tutto ha un suo perchè.
Tutto si incastra alla perfezione.
Ogni avvenimento o scoperta non è altro che il tassello di un enorme puzzle che vedrà il suo compimento soltanto alla fine del libro.
Intriganti anche le tematiche LGBT che rendono Il priorato dell'albero delle arance un fantasy in cui coesistono elementi moderni e “antichi”.
Ciò che purtroppo non mi ha convinto appieno è stato indubbiamente il finale che ho percepito come affrettato e descritto in maniera superficiale. Avendo creato delle premesse così forti e così ricche, il dislivello, a mio avviso, è stato ancora più evidente – soprattutto per quanto riguarda la battaglia finale.
Inoltre, per quanto mi sia piaciuto leggere di personaggi femminili così emancipati e agguerriti, ho un po' patito la presenza di personaggi maschili invece così deboli e sventurati.
Avrei preferito un pochino più di equilibro.
Il priorato dell'albero delle arance è un romanzo che ha delle ottime premesse, ma che sicuramente presenta anche diverse falle. Essendo però il mio un modesto e personalissimo parere, non posso far altro che consigliarvi di dargli una possibilità, perchè se la merita! Se amate le storie che vedono come elementi di rilievo regni e culture differenti, magia, scontri e creature mitologiche, Il priorato dell'albero delle arance fa proprio al caso vostro.
Ultimissimo commento – prettamente superficiale: vorrei fare i miei più sinceri complimenti alla Mondadori Oscar Vault per aver pubblicato un romanzo così curato e meraviglioso a livello estetico, da lasciare tutti a bocca aperta. Francamente è così bello e dettagliato, che lo comprerei anche solo per poterlo ammirare ogni giorno nella mia libreria.
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