Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton - Recensione

Cari lettori,
il blog inaugura il 2020 con la recensione di un thriller. A tal proposito non posso non chiedervi una cosa: quanto sono cambiati i vostri gusti letterari da quando avete iniziato a leggere? Siete stati costanti, oppure, come me, avete ampliato i vostri orizzonti? Se penso che fino a qualche anno fa leggevo solo rosa non posso far a meno di sorridere pensando al fatto che gli ultimi 3 libri che ho letto sono stati dei gialli – un genere che leggevo davvero a malapena.
Da qui un piccolo spoiler: prossimamente il blog cambierà grafica! Il banner presente attualmente nella home non ci rappresenta più, per cui provvederemo al più presto ad effettuare qualche modifica.

Comunque… tornando alla recensione, oggi vi parlerò brevemente di un titolo assai discusso durante il 2019: Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton, un romanzo a dir poco geniale!

Ho il vuoto nel cervello. Non so chi sia Anna, né perché stia chiamando il suo nome. Non so nemmeno come abbia fatto ad arrivare qui. Sono in un bosco, e mi proteggo gli occhi dalla pioggia sottile. Sento il cuore che batte all’impazzata. Puzzo di sudore e mi tremano le gambe. Devo aver corso, ma non ricordo perché. «Come ho…» Mi interrompo nel vedere l’aspetto delle mie mani. Sono ossute e brutte. Le mani di un estraneo. Non le riconosco.

In sostanza Le sette morti di Evelyn Hardcastle è la storia di questo protagonista che si risveglia nel bosco, ferito e privo di memoria. Tutto ciò che sa è che è in pericolo, che molto probabilmente ha appena assistito ad un omicidio e che deve cercare aiuto il prima possibile. Ma dove potrà mai andare se non ricorda nulla, nemmeno il suo nome? Grazie all’aiuto di uno sconosciuto e di una bussola, troverà la dimora degli Hardcastle, e da qui avrà inizio la sua indagine.
Il protagonista, infatti, verrà a conoscenza del fatto che avrà otto corpi a disposizione per risolvere il mistero che si cela dietro alla morte di Evelyn Hardcastle.

«Qualcuno sarà assassinato al ballo di stasera. La sua morte non sembrerà un omicidio, perciò il colpevole non verrà catturato. Rettifichi questa ingiustizia e io le mostrerò la maniera di uscire di qui».

Otto reincarnazioni, otto personalità completamente diverse, otto fisicità ed età assai differenti. Da ciascuno di essi il protagonista dovrà prendere gli aspetti buoni e annientare quelli negativi. Scindere la sua persona da quella del suo corpo ospitante sarà tutto fuorché semplice, ma il protagonista, nonostante gli alti e i bassi non demorderà fino alla fine.
Riuscirà a risolvere l'enigma? Solo così potrà fuggire dalla dimora degli Hardcastle!

La libertà non si trova alla fine di questa strada di terra battuta: dipende solo da me. Corra pure via, se proprio deve. Corra finché non riuscirà più a reggersi in piedi, e quando si sveglierà a Blackheath ancora e ancora, lo faccia con la consapevolezza che qui non c’è nulla di arbitrario, nulla che possa sfuggirci. Lei rimarrà qui fino a quando io non deciderò altrimenti.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle non presenta le caratteristiche di un classico thriller. Alcuni elementi, come si sarà capito dalla mia breve sintesi, sono tutto meno che realistici.

Personalmente sono rimasta sinceramente colpita dall’idea di base che muove la storia, ma non ho potuto fare a meno di notare anche qualche piccolo elemento – a mio avviso – negativo.
Innanzitutto l’inizio è così ricco di informazioni da risultare leggermente confusionario. La comprensione della situazione iniziale dunque non è immediata e personalmente ho impiegato un po’ di tempo per immedesimarmi completamente nella storia.
Poi, purtroppo, le premesse sono così complesse e affascinanti, da far risultare il finale, a confronto, troppo sbrigativo e semplicistico.

Nonostante ciò la storia è ben scritta e sottolineo e ribadisco che l’idea di base della storia è davvero superlativa. Per questo vi consiglio comunque di dargli una possibilità. Sono proprio curiosa di sapere la vostra opinione!