Buongiorno lettori, risorgo dagli inferi con la recensione di Aurora Rising, primo volume della serie sci-fi Aurora Cycle scritta a quattro mani da Amie Kaufman e Jay Kristoff, autori di Illuminae File - una trilogia del medesimo genere non direttamente collegata a questa saga, ma che vi consiglio caldamente di recuperare prima di cimentarvi in questa lettura.
La storia è ambientata nell’anno 2380 nell’accademia Aurora situata dall’altra parte dell’universo rispetto alla Terra. L’accademia raccoglie ragazzi di varie specie (principalmente 3) che vengono addestrati per poi essere mandati a prestare ausili di vario genere in giro per la galassia.
È la grandissima fortuna di qualsiasi altra cosa nella Galassia che gli Ultrasauri siano ormai quasi estinti, ma nell'improbabile evento di un incontro, la saggezza tradizionale impone di morire rapidamente come il miglior modo di agire.
Il romanzo si apre con la figura di Tyler, uno degli studenti più qualificati dell’accademia che, infrangendo le regole, va incontro ad una punizione. Gli vengono quindi assegnati d'ufficio i cadetti scartati da tutti gli altri capisquadra, quelli con cui nessuno vorrebbe mai lavorare – n.b. grazie ai suoi voti avrebbe potuto scegliere i suoi compagni da sé.
Una diplomatica cintura nera di sarcasmo, una scienziata sociopatica con la tendenza a sparare ai suoi compagni, uno smanettone geniale e dall'ironia pungente, un guerriero alieno con seri problemi di gestione della rabbia e una pilota abilissima con un “leggerissimo” debole per Tyler. Insomma, NIENTE PANICO!
Le disavventure del giovane, ovviamente, non finiscono qui.
Tyler infatti, salvando Aurora, una ragazza terrestre che tutti credevano morta 200 anni prima insieme all’equipaggio con cui viaggiava, risveglia una vera e propria mina vagante. Il protagonista scopre inoltre che Aurora potrebbe innescare una guerra rimasta a lungo sopita e che, ironicamente, al contempo, proprio il suo team di disperati potrebbe essere l'ultima speranza di salvezza per l'intera galassia.
Stai guardando un cielo pieno di fantasmi
Inutile dire che nulla è come sembra! Ma d'altronde abbiamo davanti dei professionisti del plot twist - basta pensare agli avvenimenti degli Illuminae File.
Se dovessi stilare una lista delle cose che ho più appezzato di più di Aurora Rising metterei nella top 3: l'ambientazione, i personaggi e l'idea di base.
Lo stile è completamente diverso da quello degli Illuminae File, più classico e tipico di un romanzo e, per quanto mi sia piaciuto, ammetto che mi ero affezionata molto alla scrittura in file tipica di questi due autori. Fortunatamente, comunque, emerge sporadicamente anche in questo libro.
Per quanto riguarda la struttura della storia, plot twist ed excursus compresi, è assai simile alla trilogia Illuminae, quindi impeccabile.
I personaggi sono il punto di forza del romanzo e mi sono piaciuti tutti, ovviamente alcuni più di altri. Diversi tra loro, eppure accomunati dal mistero che avvolge la loro storia e il loro passato.
I personaggi vengono delineati e caratterizzati molto bene, ma senza entrare nel profondo, risvegliando così ancor di più la curiosità del lettore che non può far a meno di desiderare in maniera imminente il seguito di questa storia tra le mani.
Chi vuole essere normale quando invece puoi essere interessante?
Quello che non funziona a mio parere è invece la questione del "medium".
Purtroppo non posso entrare nello specifico perchè sennò rischierei di fare spoiler.
Posso solo dire che secondo me tramite questo espediente gli autori hanno preso la strada meno ardua. Attenzione, non sono finiti nel trash, infatti l'elemento funziona ed ha senso, tuttavia avrei preferito qualcosa in più, magari più rischioso, ma anche più interessante.
Vorrei spendere inoltre due parole per la questione "dell'imprinting twilightiana” soprannominata così da me per evitare nuovamente spoiler. Devo dire che ho apprezzato come è stata gestita, è stata costruita bene e non mi ha dato la sensazione di essere una scorciatoia per il sentiero del “per sempre felici e contenti” dei personaggi in questione, anzi, a mio parere lo complica soltanto.
Francamente più che farmi arrabbiare o rendermi perplessa, questa scelta mi ha sinceramente fatto sorridere... Quindi, per quanto mi riguarda, finché non cala nell'instalove, è promossa.
Le lune scelgono i pianeti che orbitano? I pianeti scelgono le loro stelle? Chi sono io per negare la gravità, Aurora? Quando brilli più luminoso di una costellazione nel cielo?
Detto ciò, il fatto che mi interessi più alle ship e alle questioni di cuore che alla lotta interstellare dovrebbe far capire che cosa non funziona in questo libro.
Il romanzo mi è piaciuto molto ma devo ammettere che, sebbene l'idea di base sia originale, la trama è leggermente sottotono e scarna di azione. C’è, ma non è sempre azzeccata, motivata, di senso compiuto e dettata da un piano... anzi, a volte i personaggi seguono un po’ troppo l’istinto e improvvisano in maniera eccessiva, aspetto che ha reso Aurora Rising un po’ più leggero del previsto. Sarà perchè si tratta del primo libro della serie?
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