Come già sapete, ogni volta che devo scrivere la recensione di un libro che ho amato alla follia, faccio sempre fatica. Oggi non fa eccezione. Spero davvero di riuscire trovare le parole giuste.
Ecco a voi “Dormi stanotte sul mio cuore” di Enrico Galiano, edito Garzanti, in uscita domani.
Il suo quarto romanzo, il suo quarto piccolo capolavoro.
Mia, la protagonista, è una bimba molto perspicace che ha sempre desiderato avere un fratellino.
Nel momento in cui i suoi genitori decidono di prendere un bambino in affido, dunque, non può che esultare e fremere dalla gioia! Il nuovo arrivato, però, non sarà un ragazzino qualunque, sarà Fede.
Un cane abbandonato e muto. Come se qualcuno gli avesse rubato la voce.
Ricordo quel suono, quella pioggia battente, e forse proprio per questo fin da subito non mi era sembrato silenzio, quel silenzio, mentre tutti intorno a me ne parlavano, e si chiedevano come fare a farlo parlare. Non avevo neppure dodici anni ma mi veniva da dirlo a tutti: erano parole quegli sguardi, quelle mani, quei capelli. Erano parole come le sue dita tenevano la forchetta, quegli occhi quasi sempre bassi, quei nervi sempre un po' tesi.
Fede non parla.
Fede porta sulle spalle il peso del mondo, degli orrori della guerra, della malvagità dell'animo umano e delle ingiustizie che spesso colpiscono gli innocenti e i più deboli.
Fede è fragile e spaventato, ma curioso. Nonostante desideri ricominciare ed essere nuovamente amato, risulta per lui impossibile cancellare le cicatrici che da tempo costellano il suo piccolo cuore.
Fede ha uno sguardo profondo e illeggibile, come il mare torbido in inverno. Appare intoccabile, glaciale e minaccioso al tempo stesso.
La famiglia della protagonista è però dolce, premurosa e paziente. Non farà mai pesare al giovane i suoi silenzi, e si preoccuperà sempre di proteggerlo il più possibile dai malevoli sguardi esterni.
Mia è curiosa e desiderosa di aiutare Fede a ritrovare la sua voce. Il suo intuito la guiderà verso la giusta strada, ed ecco che a poco a poco si creeranno delle crepe nella barriera che il ragazzo aveva eretto intorno a sé. Da quegli spiragli inizierà a filtrare nuovamente della luce e, nel giro di un battito di ciglia, Fede si renderà conto di quanto gli sia mancato quel calore, quel contatto e quella vicinanza.
Dentro di me c'era già una voce che diceva che siamo tutti così come era Fede su quel letto: siamo tutti silenzi in attesa della parola giusta.
Mia e Fede diventeranno complici, proprietari di un linguaggio misterioso tutto loro, fatto di parole sussurrate, altre urlate, altre ancora scritte, altre celate. Il loro legame si intensificherà a tal punto da unire in maniera indissolubile i fili rossi dei loro destini, fino a farli diventare un'unica entità.
Tutto questo, però, nell'arco di una notte, svanirà.
La Notte segnerà in maniera imprescindibile la fine. La separazione. La scomparsa di Fede dalla vita di Mia. Ma come possono esistere l'uno senza l'altro? Cos'è successo realmente quella notte?
“Dormi stanotte sul mio cuore” è un libro toccante ed estremamente emozionante.
È un viaggio con i protagonisti e con te stesso.
Perché io lo capii subito cosa mi stava dicendo, e forse lo avevo saputo fin dal primo momento in cui avevo visto il suo viso bagnato dalla pioggia sulla porta, la sera che papà lo aveva portato da noi, che le case non sono solo le case ma anche le persone, anzi soprattutto le persone.
L'autore, in ogni sua singola opera, ti sfida a mettere tutto in discussione, ti spinge a ragionare e a non aver paura di urlare al mondo chi sei e in cosa credi.
Ti mette faccia a faccia con le tue emozioni, e tu non puoi far altro che lasciarti sopraffare da esse.
Mia è una bambina, ma leggendo questa storia il lettore ha modo di conoscerla a trecentosessanta gradi, di vederla crescere e maturare ancor di più. Alleata, complice, adolescente, donna.
Enrico Galiano la mostra in tutte le sue sfaccettature.
L'elemento che più mi colpisce ogni volta, leggendo i suoi romanzi, è il grado di empatia che riesco a sviluppare con i protagonisti.
Non so se esiste un gesto più affettuoso di quello. Al mondo, dico. Più affettuoso di un sorriso sulle labbra di chi sta peggio di te, ma come per proteggerti dal male che sente, cosa fa? Ti sorride. Non lo trovi facilmente chi lo sa fare, quasi sempre un genitore, qualche volta un amore, e quando succede è una carezza sugli occhi, un appoggiarsi gentile. È per questo che ci cerchiamo, è per questo che quando ci troviamo lo sappiamo, è per questo che restiamo con chi restiamo.
[…] Non vai da chi ti ferisce. Vai da chi ti rimargina.
In questo caso specifico ho sofferto con Fede, ho preso per mano i suoi timori, ho accarezzato la sua dolcezza ed abbracciato la sua anima. Ho avuto paura con Mia ed io per prima sono arrivata a mettere tutto in discussione. Mi sono vergognata con me stessa per aver dubitato ed ho gioito nel momento in cui mi sono dovuta ricredere.
Ho vissuto ciascun evento in prima persona e l'ho visto scorrere davanti ai miei occhi come le immagini di un film. Il primo incontro, il primo post-it, la prima parola, il primo abbraccio. Il senso di vuoto, di perdita e di impotenza che ti lascia una separazione, perchè essa in quanto tale, non potrà mai essere bella. Ma anche il suono della pioggia, il fruscio dei fogli delle lettere tra le mani, Margherita che sfoglia le pagine del suo quaderno per trovare la frase giusta, l'acqua calda che riempie la vasca e la voce della mamma di Mia che la invita ad aprirsi con lei.
Ogni singolo istante è impresso nella mia mente come se fossi stata io la protagonista di questa storia. E da qui il secondo aspetto che mi scalda il cuore ogni qual volta che leggo qualcosa di Enrico: la comprensione. Leggere i suoi libri per me è comparabile al senso di pace che segue due sguardi complici e silenziosi che capiscono tutto senza bisogno di dire nulla.
Mi piace l'idea di leggere per ritrovare me stessa. Per riscoprirmi.
Con i suoi romanzi succede ogni singola volta. Mi scompongono in milioni di piccoli pezzi per poi ricompormi esattamente come prima, ma al contempo leggermente diversa. Più consapevole di quella che sono.
Non ho detto molto a livello di trama, lo so, ma onestamente credo che sia più bello così. Voglio lasciare anche a voi la possibilità di scoprire ogni piccolezza che caratterizza questa storia.
Mia e Fede sono due frammenti di luce destinati a brillare. Due petali dello stesso fiore. Li adorerete.
Per concludere vorrei fare solo un breve accenno al personaggio di Margherita, la miglior amica di Mia, una donna di una certa età che sa sempre cosa dire al momento giusto, una donna che c'è sempre per la piccola e soprattutto che le permetterà sempre di esprimere se stessa senza filtri o paure. Mi è piaciuta moltissimo a vorrei tanto averne “una anche per me”. Sullo stile non ho nulla da dire, perchè è impeccabile.
Semplice, cara Mia. Che le persone silenziose sono come gli alberi: se devono di' qualcosa, lo fanno attraverso le radici, perchè si fidano di più.
Spero davvero che anche voi lo amiate tanto quanto me.
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