*Sconsiglio la lettura di questa recensione a tutti coloro che non hanno letto i precedenti libri della serie!*
Mare Barrow pur di salvare coloro che ama ha deciso di sacrificare sè stessa, arrendendosi e consegnandosi spontaneamente al nemico.
“Gabbia del re” riparte proprio da questo punto.
Nella scena iniziale abbiamo modo di assistere all'umiliazione totale che Mare è costretta a subire, ferita e sporca ai piedi di Maven, incatenata e con un collare che le graffia costantemente il collo.
Sebbene la soluzione più semplice e immediata potrebbe apparire quella di interrogare Mare con l'aiuto di un sussurrate, al fine di scoprire quanto più possibile sulla Guardia Scarlatta e poi ucciderla, Maven ha altri piani.
Piani che includono Mare in vita.
“Mi alzo in piedi, quando me lo concede.
La catena mi strattona verso l'alto, facendo leva sul collare di spine che ho intorno alla gola. Gli aculei mi premono sulla pelle, ma non abbastanza da far uscire il sangue... non ancora.
I polsi, invece, sanguinano già. Sono ferite lente a rimarginarsi, frutto di giorni di prigionia che ho trascorso priva di sensi, con ceppi grezzi, laceranti.”
Rinchiusa in una cella e sorvegliata ventiquattro ore su ventiquattro, la protagonista appassisce giorno dopo giorno. Senza nemmeno un filo di vento che le accarezzi il viso o una persona con cui parlare, Mare rischia di venir inghiottita da un silenzio opprimente.
Con il passare del tempo la situazione non fa che peggiorare. Mare viene interrogata e poi obbligata a parlare in pubblico con il fine di screditare la Guardia Scarlatta. Ecco in cosa consiste l'ingegnoso piano di Maven: infangare il nome dei nemici, riuscire a farsi quanti più alleati e reclutare il numero maggiore di novisangue possibili.
Mare, costretta all'impotenza dai ceppi di pietra silente, non può che piegarsi al suo volere.
“Maven.” In quel nome concentro tutta la rabbia che ho la forza di racimolare. Se non fosse per le manette, esploderei. “Non puoi...”
“Non posso cosa? Dire la verità? Dire al mio paese che la Guardia Scarlatta sta attirando i novisangue tra le sue schiere per ucciderli? Per compiere il genocidio di quella specie... della tua specie... oltre che della nostra? Che la famigerata ribelle Mare Barrow è tornata da me di sua spontanea volontà e che abbiamo scoperto tutto questo nel corso di un interrogatorio, in cui è impossibile nascondere la verità?”
In una buona prima parte del romanzo assistiamo alla prigionia di Mare e cosa essa comporta. Vediamo spegnersi a poco a poco la luce propria che ha sempre caratterizzato e fatto splendere la protagonista, non lasciandole altra possibilità se non quella di farsi manipolare da Maven e dai suoi tirapiedi.
Impotente, sola e frustrata Mare è una tempesta di emozioni.
Non ha nessun contatto con l'esterno, per cui non sa nemmeno se il suo sacrificio è stato vano o se ha davvero permesso alle persone a lei care di mettersi in salvo.
Teme che i membri della Guardia Scarlatta possano infuriarsi con lei per tutte le bugie che escono dalla sua bocca quando Maven glielo impone.
E' preoccupata per tutti i Novisangue che per colpa sua ora si stanno dirigendo spontaneamente e consciamente da Maven.
E' quasi totalmente convinta che della “sparafulmini” non resterà che un mero ricordo, visto che l'energia e le forze sembrano venire sempre meno.
Per Mare l'idea di riuscire a scappare da palazzo risulta un miraggio.
Sarà effettivamente così?
Che ne è stato di Cal, Kiliorn, Farley, la famiglia della protagonista e tutti gli altri?
Sarò sincera. Una parte della prima metà del romanzo, personalmente parlando, l'avrei tagliata. E' un libro già corposo di per sé, non mi sembra il caso di fare anche così tante ripetizioni.
Soprattutto perché, così facendo, una parte risulta lenta, poco dinamica e non particolarmente ricca di avvenimenti, mentre l'altra è un susseguirsi di azioni e fatti che però sono costretti, compressi in una manciata di pagine.
Tralasciando queste piccole considerazioni personali sullo stile e sulla disposizione degli eventi narrativi, ho apprezzato le numerose rivelazioni che vengono a galla in questo romanzo.
Viene approfondito con cura il passato di Maven, personaggio fino ad oggi per certi aspetti emblematico, grazie all'aspetto introspettivo del romanzo, molti suoi atteggiamenti e comportamenti trovano finalmente una spiegazione logica. Viene sottolineato quanto Maven sia sempre stato manipolato dalla madre, plasmato a suo piacimento, sottratto della possibilità di avere delle debolezze, anche sé minime, e soprattutto privato di una qualsiasi forma di privacy.
Il suo amore per Mare è una insana ossessione che lo incita inconsciamente a tenerla prigioniera pur di averla accanto a sé, pur di non perderla. Anche qui, però, c'è una spiegazione razionale. Spesso l'apparenza inganna e bisogna andare ben oltre lo strato di superficialità che una persona sceglie di farci vedere.
“Se sono veleno, allora sbarazzati di me. Smettila di torturarci entrambi!”
“Sai che non posso farlo, e non importa quanto forse io lo desideri.” Le sue ciglia hanno un tremolio e il suo sguardo va molto lontano. In un luogo dove nemmeno io posso raggiungerlo. “Tu sei com'era Thomas. Sei l'unica persona che mi stia a cuore, l'unica persona che mi ricordi che sono vivo. Non vuoto. E non da solo.”
Dall'altro lato abbiamo Cal, il figlio perfetto e legittimo del re ormai defunto. Dolce e premuroso con Mare, anche lui a suo modo è stato manipolato. Cresciuto con il solo obiettivo di governare, sin da piccolo gli è stato inculcato il concetto che, per essere un buono sovrano, bisogna ottenere potere e supremazia a qualsiasi costo. Anche se per farlo bisogna rinunciare a tutto ciò a cui si tiene di più al mondo.
Ma siamo sicuri che ne valga davvero la pena?
Un'altra voce le sovrasta. Mi fa bruciare le viscere. “Cal esegue gli ordini, ma non è in grado di compiere delle scelte.”
Fulcro del romanzo naturalmente è Mare. Ma non solo. L'autrice da modo al lettore di conoscere meglio anche altri due personaggi molto importanti: Cameron ed Evangeline. Quest'ultima in particolare sono sicura che vi sorprenderà, per lo meno la metà di quanto ha fatto con me.
Fornendo al lettore la possibilità di apprendere ed esplorare anche il suo punto di vista, l'autrice ci permette di rivalutarla.
Non siete curiosi?
Il romanzo, nel complesso, è ricco di vicende, misteri, pathos e azione. Non mancherà un pizzico di romanticismo e nemmeno l'ironia sarà del tutto assente, anzi, di tanto in tanto smorzerà piacevolmente i toni. Lo stile, soprattutto nella seconda parte del libro è fluido e dinamico e coinvolge totalmente il lettore, impedendogli di “scollare” gli occhi dalle pagine.
Insomma, non posso che sperare che esca al più presto anche l'ultimo volume di questa bellissima serie. Questo ultimo libro, per certi aspetti, è un inno alla rinascita e sottolinea anche quanto sia importante non mollare mai, non perdere mai la speranza. Allo stesso tempo però sottolinea quanto la vita sia crudele e la felicità sia qualcosa di effimero e tremendamente fragile. Soprattutto nel momento in cui dipende da qualcun altro.
Sono sinceramente curiosa di vedere che piega prenderà la storia! Non posso che incrociare le dita e sperare di poter leggere al più presto un finale coi fiocchi.
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