Perdere una persona cara non è mai facile, soprattutto quando a portartela via, inaspettatamente e per sempre, è un brutto male.
Il protagonista di “Non vorrei lasciarti mai” è Luke, uomo, marito e padre di tre ragazzi, che si trova costretto ad affrontare questa disgrazia. In seguito ad una terribile malattia Natalie, sua moglie, è obbligata a dire addio a Luke e ai suoi figli.
Un destino tragico e crudele che sembra quasi volersi prende gioco dei protagonisti, illudendoli per poi giocare con i loro sentimenti e con la vita di Natalie.
Il romanzo si apre proprio con la descrizione del funerale della donna. Luke cerca di apparire imperturbabile, distaccato. È apatico, ha troppa paura di crollare, di cedere al dolore che sembra lacerarlo lentamente, ma non può e non vuole farlo. Ha una famiglia a cui badare, un lavoro da ricominciare e una vita da vivere, non solo per sé stesso ma anche per Nat.
Luke ha la mente “fasciata” da diverse ideologie per cui, nel momento in cui una persona muore, essa scompare nel nulla. Nessun lieto fine, nessun paradiso. Non resta nulla. Questa sua credenza però non fa altro che alimentare la sua disperazione perché, così facendo, non ha nulla a cui aggrapparsi se non semplici ricordi.
Quando la gente moriva […] non andava a vivere in un posto fatato chiamato “paradiso”: moriva e basta.
Il tutto però finché Luke non riceve una lettera. La calligrafia è quella di Natalie, la qualità del foglio gli ricorda lei, ciò che c'è scritto è la prova lampante che quella lettera non può che essere stata scritta dalla sua defunta moglie.
Luke la divora, parola dopo parola. Per lui è come poter assaporare un goccio d'acqua fresca dopo aver camminato a lungo nel deserto, come tornare a respirare dopo una lunga apnea, come se questa lettera fosse un piccolo miracolo mandato dal cielo. Grazie ad essa sua moglie potrà essergli comunque vicino, se non fisicamente, per lo meno spiritualmente.
“Aprì la busta facendo scorrere un dito sotto il lembo, e ne scivolò fuori un foglio strappato da un blocco a spirale, piegato. Era una conferma. Solo Natalie avrebbe scritto lettere al suo vedovo su un blocco a spirale da cinquanta centesimi, strappando la pagina senza curarsi di taglir via il bordo irregolare.”
Luke a poco a poco ricomincia a vivere la sua routine e non può fare a meno di gioire della calma piatta che essa sembra riuscire ad infondere al suo animo. Una mente e un corpo impegnati fanno sì che i pensieri e i ricordi vengano momentaneamente accantonati.
Le lettere continuano ad arrivare, Luke le colleziona, le conserva, arriva a capire anche senza aprire la busta quanti fogli essa contenga...ma un giorno tutto cambia. Will, il suo figlio maggiore, trova tra gli oggetti di sua madre l'incarto di una lettera che probabilmente prima conteneva dei documenti di adozione risalenti circa alla sua data di nascita. Luke non ne sa nulla ed è certo che Will sia suo figlio, ma il dubbio, come un serpente tentatore, si insinua lentamente e sempre più in profondità dell'animo tormentato del protagonista.
“Quando ho visto il nome dell'agenzia di adozioni e la data, non sono più riuscito a smettere di pensare che quando sono nato, tu non c'eri.” Si asciugò la lacrima con il dorso della mano, riprendendo fiato. “Mi avete sempre raccontato che sei stato in Cina per quasi tutta la gravidanza della mamma e che lei aveva avuto difficoltà a restare incinta. Che io sono nato con un mese d'anticipo e non eri ancora rientrato.”
Decide quindi di iniziare a fare delle ricerche, per placare il figlio e soprattutto per acquietare sé stesso, ma quello che scopre non fa che confonderlo ancora di più. Ogni passo avanti che compie sembra quasi voler buttare ulteriormente benzina sul fuoco, alimentando le perplessità e il numero di segreti che evidentemente Natalie possedeva e custodiva da tempo.
Luke si sente tradito, confuso. Persino le lettere andando avanti alludono a misteri e rimpianti della protagonista. Inizierà inoltre a comparire in diversi ambiti e contesti un nome, un nome che fino a poco prima per il protagonista non aveva nessun significato o collegamento con Natalie, ma che andando avanti invece appare sospetto.
All'inizio aveva pensato che fosse un medico che la seguiva per le terapie, ma ora non ne era più tanto sicuro. Fece scorrere il dito sopra il suo nome.
“Dottor Neal”, sussurrò, “chi sei?”
Cosa e chi si nasconde realmente dietro a tutto ciò? Riuscirà Luke a fare chiarezza e a scoprire la verità?
“Non vorrei lasciarti mai” è un romanzo ricco di suspance, di intrighi, di misteri e segreti che affiorano poco a poco confondendo non solo Luke ma anche il lettore, che si trova anch'esso coinvolto in questa disperata e dolorosa ricerca.
Alla fine del libro ogni tassello del puzzle riuscirà finalmente a trovare il suo posto, dando un senso a tutto ciò che tormentava l'animo del protagonista.
L'amore impregna le pagine del romanzo. Pur venendo descritto in maniera indiretta, è così travolgente da inglobare anche il lettore.
Nonostante l'inizio sia un pochino lento, andando avanti la storia diventa sempre più dinamica e coinvolgente. L'unica pecca, a mio avviso, è stata la mancanza di un epilogo. La sua assenza ha tagliato un po' troppo nettamente il finale della storia.
Questo romanzo parla di dolore, di sofferenza, di errori del passato che si rimpiangono così tanto da non riuscire a parlarne con nessuno, nemmeno con chi ami di più al mondo.
Di quanto l'apparenza possa trarre in inganno, di quanto sia effettivamente difficile aiutare una persona, soprattutto quando essa sembra non desiderare alcun tipo di sostegno.
Di come sia dura affrontare il lutto di un genitore, non solo dal punto di vista del compagno, ma anche e in particolar modo da quello dei figli.
“Non vorrei lasciarti mai” celebra la speranza, la voglia di vivere, è un inno al non mollare mai. Così come la fenice risorge dalle proprie ceneri, anche per i nostri protagonisti ci sarà un bel lieto fine e una splendida rinascita. Non posso che consigliarvelo!
“Affondò un po' sulla sedia e chiuse gli occhi. Non avrebbe avuto notizie per diverse ore. Per il momento, decise di riposare. Dopo quel giorno le attese sarebbero finite. Il giorno dopo, la sua vita sarebbe ricominciata.”
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